Formula 1 | Tony Fernandes: “La Formula 1 di oggi sta diventando una processione”

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Sutton Images

In una video intervista rilasciata per la trasmissione radiofonica della BBC5 live’s Chris Wartburton”, Tony Fernandes, ex proprietario della scuderia Caterham, ha spiegato perché in passato la sua corsa verso il successo in Formula 1 sia stata ostacolata proprio dai top team, che a suo parere avrebbero sbarrato la strada all’entrata di nuovi concorrenti nel circus.

Durante l’intervista, Fernandes ha risposto a ciascuna domanda senza peli sulla lingua, facendo nomi e cognomi ed esprimendo esattamente la propria opinione. Dichiarazioni, queste, che Tony Fernandes muove a partire da una promessa nei suoi confronti che, in passato, non è stata rispettata.
“Mi era stato promesso da Max Mosley che lo sport avrebbe dimezzato il proprio costo in modo da regalare a chiunque la speranza di poter vivere il mondo della Formula 1 da vicino. Ma questo non è mai successo, i costi aumentavano e lo sport veniva sempre più dominato dagli ingegneri, prendevano piede i tecnici delle monoposto e questa idea diventava sempre meno sostenibile”.

Di conseguenza, secondo l’ex boss della scuderia anglo-malese, la Formula 1 ha assunto progressivamente le caratteristiche di una processione, all’interno della quale gli stessi piloti devono pagare per mantenere il proprio sedile in squadra e, al tempo stesso, i team stanno combattendo per sopravvivere a questa nuova facciata assunta dal circus.
Nonostante abbia ammesso di aver sempre ammirato e stimato i top team come Ferrari McLaren o Williams, Fernandes ha ammesso che – purtroppo – al giorno d’oggi la Formula 1 sta perdendo le qualità e i tratti che l’hanno sempre contraddistinta.

Secondo le sue parole, oggi è impensabile che una scuderia nasca, si sviluppi e vinca una gara o un mondiale in poco tempo, e questo risulta evidente prendendo come esempio la scuderia americana Haas: sebbene siano stati notevoli i passi avanti compiuti, il brand è sempre stato legato a eventi come la NASCAR o altri sport americani del settore, avendo quindi bisogno di tempi maggiori per sviluppare una monoposto in grado di competere in Formula 1.

Infine, Fernandes ha dedicato alcune parole anche alla questione dei piloti paganti, che da tempo caratterizza il circus dell’alta velocità e che ha forse ostacolato la corsa al successo di diverse personalità che un giorno avrebbero potuto raggiungere la testa del Mondiale e coronare il proprio sogno.
“È difficile e penso che la cosa più triste della Formula 1 sia che oggi molti piloti debbano pagare per correre, per mantenere i propri sedili. Alcuni dei migliori talenti automobilistici non percorreranno mai la propria strada in F1 e questo mi rende molto triste”.