Formula 1 | Halo nel 2018: con cinque chili in più e a scapito dell’aerodinamica 7 Agosto 2017 Giulio Scrinzi © Scuderia Ferrari press area Verso la metà del mese di luglio la FIA è stata categorica: dal 2018 tutte le monoposto di Formula 1 dovranno utilizzare l’Halo, quel sistema di protezione della testa che tanto era stato disprezzato in favore di congegni meno invasivi come lo Shield e l’Aeroscreen. Il primo, in particolare, era stato però bocciato da Sebastian Vettel nelle prove libere del GP di Gran Bretagna: è bastato un solo giro per capire i problemi di visibilità causati dalla deformazione dell’immagine per un raggio di curvatura troppo accentuato che questa soluzione comportava. In mancanza di altre alternative e con il tempo agli sgoccioli, la Federazione Internazionale non ci ha pensato due volte e ha promosso proprio quella sorta di “aureola” che, per molti addetti ai lavori ma anche per tantissimi appassionati, si tratta al contrario di una scelta che va contro il DNA delle vetture e che in futuro potremmo seriamente rimpiangere. Chi ha voluto fare la “pecora nera” andando a favore di questa soluzione protettiva è stata innanzitutto la Scuderia Ferrari ma anche recentemente Fernando Alonso, il quale ha sostenuto che “Se si tratta di un sistema in grado di salvare delle vite, allora ne vale assolutamente la pena: ho perso troppi amici per la mancanza di un sistema di questo tipo. Certo, non può piacere a tutti, però la sicurezza in questo caso deve essere la priorità fondamentale, solo dopo si può soffermarsi sull’aspetto estetico”. Ma a parte queste dichiarazioni a favore dell’Halo, sono ancora tanti i detrattori che sostengono il contrario, ovvero che questo sistema comporterà svantaggi (e problemi) non indifferenti. In primo luogo in termini di progettazione delle prossime vetture 2018, per le quali la FIA ha voluto alzare il peso minimo da 728 a 732 kg. Il motivo? Semplicemente per il fatto che alcune scuderie avevano già iniziato le prime bozze tenendo conto di questo dispositivo, e altre invece no. Per non penalizzare tutti quanti, quindi, è stato scelto il giusto compromesso al fine di non buttare all’aria tutto il lavoro fatto fino a oggi in vista del prossimo Campionato, dal momento che il peso di questa soluzione è intorno ai dieci chilogrammi. Il secondo fattore che produrrà sicuramente un serio grattacapo per tutti i reparti corse sarà l’efficienza aerodinamica delle nuove monoposto: l’Halo, infatti, avrà un’incidenza negativa sulla portata d’aria verso l’airbox, il che avrà la conseguenza di ridurre le potenzialità dell’alettone posteriore in virtù del fatto che resterebbe coperta una porzione del profilo principale e dei flag molto più grande rispetto al passato. Se ne sono accorti diversi team, in primo luogo la Renault: “Dovremo modificare il progetto della nostra prossima auto – ha affermato Nick Chester, direttore tecnico dei telai della squadra francese – Siamo d’accordo che l’Halo fornirà una maggiore protezione del pilota, ma questo andrà a scapito dell’aerodinamica. Il nostro obiettivo? Far fronte agli svantaggi che renderà evidenti in modo da integrarlo senza provocare una perdita consistente di prestazioni”. Anche la Ferrari, però, è consapevole di questo problema: “La decisione tardiva di introdurlo per la prossima stagione 2018 non ha certamente aiutato – ha sottolineato Mattia Binotto, capo tecnico del reparto corse di Maranello – Per quanto riguarda il telaio ci sono delle implicazioni che dovranno rispettare le normative del regolamento; a livello di aerodinamica, inoltre, influenzerà pesantemente il disegno della prossima Rossa”. Che ne dite, avranno fatto bene i piani alti della FIA a introdurlo dalla stagione 2018? Tags: 2017, FIA, Halo