24 Ore di Le Mans Analisi della redazione Curiosità dalla F1 Gran Premio Canada Formula 1 e 24 Ore di Le Mans: comandano loro! 18 Giugno 2015 Francesco Bagini L’ultimo fine settimana, a cavallo tra il Gran Premio del Canada e quello d’Austria di Formula 1, non è stato privo di interesse per gli appassionati di quattro ruote. Nel cuore della Francia infatti, si è disputata la 83^ edizione della leggendaria 24 Ore di Le Mans, vinta da un pilota di Formula 1, che evidentemente una pausa tra Montreal e Zeltweg non ha voluto concedersela: Nico Hulkenberg. Tedesco di 27 anni, Hulkenberg, ha esordito nel Circus nel 2010 al volante della Williams. Eterna promessa e considerato dagli addetti ai lavori il “nuovo Schumacher”, col passare del tempo Nico è finito amaramente nel dimenticatoio, offuscato dal fenomeno Vettel, suo connazionale, e soprattutto messo fuori nella corsa ai top team da tanti piloti paganti. Relegato a ben figurare in scuderie di seconda fascia, Sauber e in particolare Force India, nemmeno la stagione 2015 sembra poter regalare a “Hulk” particolari soddisfazioni. La nuova VJM08 è nata male, svelata in occasione dell’ultima sessione di test invernali. A punti solo in Australia e nell’ultimo appuntamento canadese, Hulkenberg è attualmente 12° in classifica, alle spalle anche del proprio compagno di squadra, Sergio Perez. Nico Hulkenberg (27 anni). Dopo 83 GP disputati in F.1, vanta solo una pole position e un giro veloce in gara Contemporaneamente al suo impegno in Formula 1, il tedesco quest’anno ha debuttato alla 6 ore di Spa-Francorchamps e appunto alla 24 Ore, due appuntamenti del WEC, il Campionato del Mondo Endurance FIA che vede sfidarsi vetture Sport Prototipo e Gran Turismo in gare di durata. Il primo campionato endurance a livello mondiale fu il WSC (Campionato Mondiale Sport-Prototipi), conosciuto anche come “Mondiale Marche”; nacque nel 1953 e comprendeva alcune delle più importanti gare di durata, come le 24 Ore di Le Mans e Spa, o la 12 Ore di Sebring, ma anche importanti gare stradali come la Mille Miglia e la Targa Florio in Italia e la Carrera Panamericana in Messico. Il titolo piloti venne istituito nel 1981, sino a quel momento venivano premiate solo le marche. Nel 1993, a causa dei pochissimi iscritti al mondiale, la Federazione soppresse definitivamente il mondiale. Ovviamente la 24 Ore di Le Mans continuò a disputarsi, ma senza far parte di alcun campionato. Nel 2010, sulla scia di quel che stava accadendo negli Stati Uniti, si organizzò una serie europea con regolamenti simili alla storica 24 Ore, composta per lo più da gare di 1000 Km, la ILMC (International Le Mans Cup). Infine, a distanza di 20 anni, nel 2012 la rinascita definitiva e ufficiale di un campionato endurance sotto l’egida della FIA, il Campionato del Mondo Endurance (WEC). Nella sua prima edizione, oltre la 12 Ore di Sebring e la 24 Ore di Le Mans, si sono disputate gare di 6 ore sui circuiti di Spa, Silverstone, Interlagos, Fuji, Bahrain e Shanghai. Lo spettacolo del Mondiale Sport-Prototipi a Monza nel 1970 Hulkenberg, domenica scorsa, ha condiviso l’abitacolo della terza Porsche 919 Hybrid ufficiale, la numero 19, con Nick Tandy ed Earl Bamber, quest’ultimo campione in carica della Porsche Supercup e soprattutto debuttante, come il pilota della Force India, a Le Mans. Anche il successo della squadra tedesca è stato precoce. La Porsche infatti dopo aver vinto la 24 Ore del 1998 aveva abbandonato la competizione. Nel 2014 gli uomini di Stoccarda avevano lanciato la sfida all’Audi con la nuova 919 Hybrid, schierando in pista Mark Webber, che aveva appena abbandonato la Red Bull e la Formula 1. Porsche e Audi, entrambe del gruppo Volkswagen (vincente negli ultimi tre anni anche nel mondiale Rally con la Polo) si sono spartite il podio francese. La vettura di Mark Webber, Brendon Hartley e Timo Bernhard è giunta al secondo posto, mentre l’Audi campione in carica di Benoit Treluyer, Marcel Fassler e André Lotterer si è dovuta accontentare del gradino più basso, staccata di due giri. I soli costruttori che tentano di insidiare questo imbarazzante dominio teutonico sono i giapponesi di Toyota e Nissan. La Toyota TS040 Hybrid ha concluso però al 6° e 8° posto, mentre le tre Nissan GT-R LM Nismo non hanno visto il traguardo della 24 Ore. Però i giapponesi di Toyota, nonostante la sconfitta anche nella 24 Ore di 12 mesi fa, hanno conquistato il titolo mondiale WEC 2014 alla seconda stagione di endurance, grazie ai piloti, ancora una volta ex F.1, Anthony Davidson e Sebastien Buemi. La festa Toyota per la vittoria del WEC 2014 Oggi il mondo dell’automobilismo ha sposato la filosofia delle corse endurance: in nome della sostenibilità e dell’impatto ambientale l’utilizzo di energie alternative è il dogma dei motoristi. Anche il Motorsport si è dunque adeguato, tra motori ibridi e formule elettriche. In questa nuova epoca le case automobilistiche possono sfruttare in campo sportivo le conoscenze acquisiste dalla produzione di serie, al contrario di ciò che accadeva in passato. Inoltre le nuove unità motrici richiedono di pensare l’intera vettura in funzione degli ingombri di queste stesse nuove componenti. I “garagisti”, come, con malcelato disprezzo, li definiva Enzo Ferrari, ovvero quei costruttori privati che assemblavano motori a telai artigianali, sembrano definitivamente scomparsi, impotenti di fronte alle nuove sfide ingegneristiche. Audi è stata pioniera proprio a Le Mans, vincendo con vetture diesel, qualche anno fa. Mercedes domina invece nei GP di Formula 1 da due stagioni, da quando cioè Bernie Ecclestone e i team hanno deciso di limitare prestazioni e soprattutto i consumi di carburante, introducendo i motori ibridi, le famigerate “power-unit“. Le conseguenze sono state evidenti: la Red Bull-Renault, maestra per anni in campo aerodinamico, oggi non fa più paura, e anche la Ferrari non ha saputo sfruttare il cambio di regolamenti, trovandosi di nuovo a inseguire. A Le Mans il Cavallino di Maranello ha primeggiato, ma nella classe GT, quella più “tradizionalista”. Nonostante le brillanti prestazioni della SF15-T, qualcuno tra i più esperti sostiene che solo un colosso dell’automobile come Honda un giorno potrà mettere fine al dominio Mercedes; probabilmente è solo questione di tempo, Toyota e Porsche lo hanno dimostrato. Ron Dennis, il grande boss della McLaren-Honda, sembra sicuro di questa opinione, e non è detto che la tanto derisa scommessa di Fernando Alonso a lungo termine non si possa rivelare vincente. Gran Premio del Canada 2015. Il duello tra Sebastian Vettel e Fernando Alonso è stato il momento più emozionante della corsa Francesco Bagini La Formula Magica Tags: 2015, GP Canada, Nico Hulkenberg Continue Reading Previous Altro che Formula 1: la rivincita di Hulkenberg passa da Le Mans!Next Formula 1, la Mercedes batte la Ferrari… anche ai box