Formula 1 | Alfa Romeo ha un desiderio: calendario a 25 gare con Gran Premi più brevi

Frédéric Vasseur alfa romeo formula 1

© Alfa Romeo Racing Press Area

In un momento caldo per il futuro della Formula 1, dove le scuderie si sono più volte lamentate a riguardo dell’inserimento di nuove gare nel calendario, l’Alfa Romeo apparentemente remerebbe contro corrente.

Frédéric Vasseur, direttore del team svizzero, non ha nascosto la propria compiacenza nel caso Liberty Media decida di introdurre nuovi appuntamenti all’interno del Campionato con lo scopo di raggiungere un numero maggiore di nazioni nel mondo, sebbene riducendo la durata dei singoli Gran Premi.
Quelle del manager francese sembrano non essere parole casuali visto che proprio i proprietari della Categoria starebbero già vagliando l’idea di estendere il calendario a 25 gare per stagione.

Il massimo responsabile dell’Alfa Romeo Racing crede che questa possibilità sarebbe interessante non solo per la competizione ma anche per avvicinare un maggior numero di appassionati alla Formula 1: “Nel caso in cui si decida di aumentare il numero del Gran Premi per anno bisognerebbe diminuirne la durata. È irrealistico pensare di avere più gare in calendario dove è necessario essere già sul posto al mercoledì sera, per iniziare con gli impegni del giovedì – ha raccontato Vasseur in un’intervista rilasciata ai colleghi di Race Fans – Non possiamo chiedere ai nostri dipendenti di prendere parte a 25 appuntamenti lunghi quattro giorni. Se così fosse dovremmo assumere nuovo personale e per noi, che siamo una piccola realtà, rappresenterebbe una spesa impossibile da affrontare“.

Proprio quest’ultima soluzione comporterebbe un aumento di investimento che tante scuderie, soprattutto quelle di piccola e media fascia, farebbero fatica a fronteggiare: “Ci sono alcune posizioni per le quali non possiamo avere due figure differenti nello stesso ruolo, come nel caso degli ingegneri di pista. È fattibile con i meccanici, ma nemmeno con tutti – ha proseguito il boss dell’Alfa Romeo – Se vogliamo raggiungere ancora più appassionati, magari anche tra i più giovani, dobbiamo modificare il format. Potenzialmente non possiamo chiedere a un ragazzo di diciotto anni di stare quasi due ore fermo sulla tribuna a vedere delle prove libere. Io l’ho fatto quando avevo quell’età, ma i miei figli non ce la farebbero“.