FIA: una nuova direttiva per combattere i furbetti
La Federazione sembra essere in vena di modifiche durante le ultime battute del mondiale e, da Interlagos, sembra aver introdotto un’ulteriore direttiva.
Mattinata di fermento per la FIA. Durante le prime ore della giornata la Federazione ha lavorato per chiedere ai team di aggiungere un nuovo flussometro alle vetture, elemento direttamente sotto il controllo proprio dalla FIA.
Secondo quanto riportato da Auto Motor und Sport e Motorsport, già dal Gran Premio del Brasile tre team avrebbero dovuto a smontare i propri impianti di alimentazione. Neanche a farlo apposta, tra i nomi fatti è spuntato anche quello della Ferrari.
DIRETTIVA 39/19
Già a partire da mercoledì scorso, la Federazione avere chiesto a tre scuderie di agire sui propri impianti per fornire degli elementi utili alla stesura della nuova direttiva. Secondo la testata, tra i team coinvolti ci sarebbero la Rossa di Maranello, la Haas e una scuderia ignota, esente però dal motore Ferrari.
A queste squadre sarebbe. Stato chiesto di fornire i tubi che collegano il flussometro nel serbatoio al motore termico. La motivazione, inoltre, deriverebbe da un sospetto avanzato dalla Red Bull. La scuderia austriaca temeva, infatti, che tra un intervallo di acquisizione di dati e l’altro ci fosse una aumento della portata di carburante.
SOSPETTI E CONTROSOSPETTI
A dare man forte alle speculazioni della Red Bull, altri avrebbero sostenuto la tesi secondo cui ci fossero delle dilatazioni programmate dei tubi sopra citati. In questo modo sarebbe stato possibile generare dei campi magnetici che, a loro volta, avrebbero aumentato il flusso di benzina, portandolo al du sopra dei 100 kg/h.
Insomma, per sviare ogni dubbio la FIA avrebbe quindi pensato di emanare la nuova direttiva, andando a dichiarare come illegali questo tipo di tecnologie. Una mossa insolita, dato che durante la tappa brasiliana la Federazione non aveva osservato particolari problematiche.
Al momento non sono ancora emerse speculazioni o polveroni in merito a probabili illegalità da parte delle scuderie, anche se il solo fatto di aver emesso una direttiva ad hoc potrebbe essere sufficiente per spiegare la situazione.