Credits: Ferrari MediaCenter
Diciamoci la verità: chi se lo sarebbe mai aspettato? Certo, che quello della Ferrari fosse un progetto nato bene lo si era capito già dai test invernali. E pure le parole di Mattia Binotto alla vigilia del Bahrain avevano un significato ben preciso. Tra gli uomini di Maranello c’era la consapevolezza del proprio potenziale, la speranza di poter essere finalmente della partita. Ma forse neanche il più ottimista avrebbe potuto sognare un trionfo di questa portata. Una doppietta alla prima gara, ma soprattutto una straordinaria prova di forza. Il modo più gustoso per entrare nella nuova era della Formula 1.
A rompere un digiuno di vittorie che durava da 903 giorni è stato Leclerc, che simbolicamente è andato a chiudere un cerchio. Con il Bahrain aveva un conto in sospeso dal 2019, quando soltanto la sfortuna lo privò del primo successo in carriera. Dall’esplosione alla consacrazione. Perchè domenica Leclerc ha tirato fuori tutto quello che un campione deve avere. La freddezza nei momenti decisivi (lo start e la ripartenza dopo Safety Car) e la ferocia agonistica nella bagarre con Verstappen. Per tre volte l’olandese ha superato la Ferrari in curva-1, e per tre volte Charles ha restituito il favore alla curva successiva, non perdendo mai il controllo delle operazioni.
La doppietta del Bahrain è frutto di un lavoro lungo anni, del coraggio di impostare una programmazione sportiva senza frenesia e con la pazienza di attenderne i frutti. La Ferrari, questo 2022, lo ha preparato per tempo, e si è fatta trovare pronta. A guidarla una coppia di piloti giovane, complementare e affamata, che adesso può permettersi il lusso di cullare sogni iridati. Gli ingredienti sembrano esserci tutti, perchè in attesa di vedere che piega prenderà il campionato già a partire dal secondo appuntamento in Arabia Saudita, abbiamo già qualche dato su cui ragionare.
Il primo sono gli exploit di Haas (5°Magnussen) e Alfa Romeo (6°Bottas), che ci confermano la bontà del propulsore Ferrari, ad oggi il migliore del lotto. E stante il congelamento agli sviluppi delle power unit (salvo per ragioni di affidabilità) fino al 2025 viene da pensare che per la concorrenza sarà difficile colmare il gap. A questo va aggiunta una monoposto ben bilanciata (al contrario della Mercedes) e affidabile (al contrario della Red Bull). Con una squadra meccanici in grado di completare il mosaico al box, con dei pit-stop rapidi e senza errori.
Tutti aspetti che fanno crescere la fiducia, ma comunque troppo poco per fare voli pindarici. Le rivoluzioni iniziano sempre dai piccoli passi e per misurare le ambizioni di questa Ferrari occorrerà ancora del tempo. Tutti gli addetti ai lavori concordano nel ritenere che un primo bilancio si potrà fare soltanto dopo le prime quattro o cinque gare. Anche perchè è difficile credere che corazzate come Red Bull e Mercedes stiano a guardare. Siamo soltanto all’alba di un nuovo Mondiale. Un’alba che, però, è tornata a colorarsi di rosso.