Stefano Domenicali, CEO F1 - Photo Credit: F1OfficialAccount
Per Stefano Domenicali, la moralità della Formula 1 non può essere messa in discussione sulla base degli accordi commerciali tra la FIA e l’Arabia Saudita. In un Paese già ampiamente criticato per i diritti negati alle donne, si è aggiunta un’altra aggravante, dato che la seconda tappa del Gran Premio di Formula 1 2022 è stata segnata in modo indelebile dalle azioni belliche che hanno coinvolto il Paese ospitante del GP. Gli attacchi hanno portato alla distruzione di alcuni impianti Aramco (main partner Formula 1) a soli 20 km circa dal circuito durante la prima sessione di prove libere.
Al termine delle FP1, lunghe discussioni hanno coinvolto i vertici FIA, i team e i piloti riguardo la situazione e la sicurezza. Rassicurati dalle autorità saudite, la gara si è svolta come da programma e ha portato a un fantastico duello tra la Red Bull di Max Verstappen e la Ferrari di Charles Leclerc, nonostante a spuntarla sia stato l’olandese per pochi decimi.
Stefano Domenicali nell’intervista a Sky Sport insiste su come non è possibile accusare la Formula 1 di aver comunque corso in uno Stato in guerra. Afferma che la sicurezza dei piloti sostanzialmente non sarebbe a rischio e che comunque bisogna prendere atto di innumerevoli fattori e non solo dello scenario bellico. “Non siamo ciechi e non potete pretendere di cambiare una cultura millenaria in un battito di ciglia” afferma in un’intervista dopo le discussioni interne.
“Non è una questione di interrogativi; è una questione di capire la situazione” prosegue. Non sembrano dello stesso parere i piloti che avevano cercato in un primo momento di coalizzarsi per boicottare la gara, per poi tornare sui loro passi e scendere in pista vista anche l’impossibilità nel lasciare il Paese in poco tempo e visto anche l’ingente impatto economico e sociale che avrebbero potuto causare.
Effettivamente dopo l’accordo di 15 anni con l’Arabia Saudita che renderà il GP dell’Arabia Saudita tappa fissa per il prossimo decennio e oltre, è difficile pensare alla scissione con questa per via di un “semplice” attacco ribelle. Domenicali stesso sottolinea che è la FIA stessa che sta facendo progredire il Paese, sia per la modernizzazione sia per l’audience generato grazie alla visibilità fornita. Domenicali inoltre afferma: “Certamente ci sono tensioni all’interno, ci sono cose che vanno migliorate“ e continua: “Le risorse che hanno riposto per continuare ad andare avanti e crescere le avete viste. Non dimenticatevi che qualche anno fa le donne non potevano nemmeno guidare. Oggi sono qui in griglia a tifare e guardare”.
Valerio Vanazzi