Disastro Sakhir. La Ferrari è ancora una squadra?

La gara a cui abbiamo assistito ieri è stata una delle più belle degli ultimi tre anni. Dove si sono potuti ammirare tantissimi sorpassi con battaglie degne di questo nome. L’unica squadra che non ha partecipato da protagonista allo spettacolo degli emirati arabi è stata la rossa di Maranello che non solo non è riuscita ad operare alcun sorpasso ma ha dimostrato che la monoposto costruita quest’anno è a malapena nella zona punti. La Ferrari sta mostrando enormi lacune in ogni organo della sua vettura ma soprattutto nella nuova power-unit. Già dall’inverno si poteva immaginare come la Mercedes avesse compiuto un lavoro di grande qualità e quindi il distacco dalle frecce d’argento sarebbe stato ampio fin da subito. Ma comunque in quelle settimane di test si era vista una buona Ferrari capace di battagliare per il secondo- terzo posto, inoltre era molto più avanti rispetto alle vetture motorizzate Renault. Ora invece è totalmente l’opposto, la rossa è perfino più indietro della Red Bull che solo due mesi fa non riusciva a stare in pista. La centralina costruita dalla casa italiana è una delle peggiori mai progettate. Negli anni precedenti la Ferrari non aveva mai goduto di buona aerodinamicità, ma almeno tutto questo veniva compensato dall’ottimo motore che aveva nel cofano. Ora invece non può contare nemmeno su quello strumento che come sappiamo è sempre stato il punto forte di questa squadra.

Ma gli scompensi di questo team non sono solo di natura tecnica ma anche sportiva, visto che ieri al termine della gara abbiamo assistito all’impietosa scena dell’esultanza di Fernando Alonso sotto al muretto dei box dopo aver portato a casa il nono posto. Che cosa possono pensare i tifosi dopo aver visto questa scena? Vedere il pilota della scuderia più importante di questo sport esultare per due miseri punti e magari una volta uscito dalla vettura avere uno sguardo più rassegnato che deluso. Questa squadra ormai non riesce a far niente di buono. Lo si può capire anche da come si dividono i compiti all’interno della scuderia. Infatti l’anno scorso il presidente Montezemolo ha deciso di sdoppiare il reparto progettazione e far si che una parte lavorasse per la F138 mentre l’altra si occupasse del progetto riguardante la F14 T. Entrambe le auto hanno o stanno dando pessimi risultati e quindi sorge spontanea farsi la domanda se questa separazione fosse stata così necessaria.

La Ferrari comunque non potrà mai riprendere la retta via se perfino il presidente abbandona la sua nave proprio nel momento più delicato della corsa, che solidità può trarne la casa emiliana da tutto questo? L’atteggiamento avuto dal numero uno della squadra è stato vergognoso e può soltanto far aumentare lo scetticismo tra i tifosi che ormai da qualche anno pensano che la maggior parte dei problemi di questa squadra siano da attribuire ai dirigenti, specialmente al team principal Stefano Domenicali che non riesce a dar direttive giuste ai suoi collaboratori. Nonostante ciò tutto il demerito non deve essere accollato solo a lui perché anche i relativi progettisti non riescono a creare nulla che si possa avvicinare a qualcosa di competitivo. Che senso ha avere due direttori tecnici (Pat Fry e James Allison) e due responsabili aerodinamici (Tombazis e Dirk De Beer) se la loro collaborazione è vana? Fino a che punto si può parlare di collaborazione non lo so perché c’è sempre il rischio che inciampino tra di loro e quindi non creare alcun miglioramento. Si passa poi al punto piloti. La Ferrari quest’anno ha con se due driver di bravura eccezionale che però non riescono a portare a casa nessun punto, visto che sotto il sedile hanno una specie di carriola. Comunque da Domani inizieranno i due giorni di test in Bahrain che la FIA ha concesso a tutte le squadre in questo campionato e si spera che la rossa possa curare almeno uno di questi tanti, per non dire troppi, problemi.