Credits: Renault Press Area
Il Team Principal della Renault, Cyril Abiteboul, ha lasciato trapelare le sue preoccupazioni in vista della prima gara in Austria il prossimo weekend.
Le nuove norme hanno previsto la riduzione a 80 membri del personale all’interno di ogni box, la creazione di gruppi e sottogruppi per poter limitare al minimo i contatti, una più rigida suddivisione tra i meccanici dei piloti della medesima scuderia e tende al posto di motorhome. Ma, nonostante tutto ciò, c’è chi valuta questa situazione comunque rischiosa. In effetti, l’imprevedibilità di questo nuovo virus e la sua estrema facilità nel diffondersi è quello che maggiormente ha spiazzato il mondo.
E’ difficile, e lo sarà anche in futuro, ripensare le nostre vite quotidiane in funzione di un nemico invisibile che ha messo tutti in ginocchio, senza distinzione. Quello che prima poteva risultare banale, tanto da non doverci nemmeno pensare, adesso è diventato di fondamentale importanza per la salvaguardia di chi ci circonda.
Come riporta soymotor.com, il Team Principal della scuderia francese ha voluto immaginare lo scenario peggiore: se qualcuno della squadra dovesse risultare positivo e, per questo, il resto dei meccanici fosse costretto a isolarsi in quarantena, cosa accadrebbe? “Esiste il rischio che un singolo positivo possa danneggiare l’intera squadra; almeno per il tempo necessario per effettuare il test, che può essere di 24 ore” – ha dichiarato ad Autosport. “Se quel positivo viene rilevato sabato mattina, allora non potremmo qualificarci e partecipare alla gara. Dobbiamo parlare per trovare un equilibrio tra rischio e buon senso. Però capisco il lavoro che è stato fatto tra la FIA e la squadra“.
La soluzione trovata per ridurre al minimo il rischio è stata quella di dividere il Team in sottogruppi distinti: “Quello tra rischio e praticità è un equilibrio difficile da trovare. Il rischio maggiore sarà metterlo in pratica. Abbiamo formato un gruppo e un sottogruppo, quindi un ipotetico positivo influenzerà solo un sottogruppo” – ha poi concluso Abiteboul.