Credits: Twitter Formula 1
Questa volta a intervenire è lo stesso presidente della Grand Prix Drivers’ Association, Alex Wurz. L’idea è quella di discutere con Hamilton e Verstappen per cercare di calmare le acque e prevenire altri incidenti. In realtà, però, Wurz sostiene che la situazione attuale sia troppo complessa per cercare di raggiungere un compromesso, dato che entrambi vogliono vincere e aggiudicarsi questo titolo iridato.
Hamilton e Verstappen sono determinati a dare il meglio per conquistare il loro obiettivo, di conseguenza l’attività in pista sarà ancora infuocata nelle ultime gare del mondiale. Proprio per questo motivo, Wurz non se la sente di escludere altri contatti tra i due…l’importante è che non siano troppo aggressivi come quello del weekend italiano.
“Hanno entrambi un grande ego. Ci sarà una conversazione, ma è necessario vedere la situazione dall’esterno e prendere una decisione. Sono solo persone, entrambi erano arrabbiati perché avevano avuto un pit stop disastroso e per come si stava sviluppando la gara. Entrambi sapevano che ci sarebbe stata solo una possibilità. In questo caso fino al punto che entrambi hanno ceduto alla pressione e si sono toccati“, ha dichiarato Wurz a Sky Sports F1.
Fuori dalle monoposto e distanti dai riflettori, ha assicurato il presidente della GDPA, Hamilton e Verstappen hanno parlano con lui e tra di loro, comunque mantenendo un certo rispetto. Entrambi sono in lotta per il mondiale, sono ottimi piloti e sanno esattamente quello che vogliono. Di conseguenza, quando la visiera del casco viene abbassata, l’unico pensiero è quello di raggiungere il proprio obiettivo.
“Credo sia molto probabile che i due tornino al contatto in pista“, ha proseguito Wurz. “Entrambi devono marcare il territorio. Così è lo sport. È così per la box, per il calcio, per la pallavolo…quando due grandi giocano l’uno contro l’altro, queste cose succedono. Quelli di Silverstone e Monza sono stati incidenti di gara. Spero che, pur lottando l’uno contro l’altro, si rispettino anche in pista. Devono lottare, è parte del gioco. Ma con rispetto per il team e per i propri risultati, non solo per se stessi“.