Credits: Mercedes Press Area
Sotto i riflettori di Abu Dhabi, Max Verstappen ha conquistato il suo primo titolo mondiale, soffiandolo nel finale a Lewis Hamilton con un attacco deciso nella staccata di curva 4. La gara, però, non si è conclusa con la bandiera a scacchi, ma nella torre della direzione gara. In Mercedes, infatti, non hanno gradito in primo luogo una ripartenza non regolare dopo la safety car, in secondo luogo lo zig-zag con cui Verstappen si è difeso nel rettilineo precedente a curva 5.
Premesso che il team di Brackley proseguirà la sua battaglia legale facendo appello alla corte di Parigi, sembra scontato che ormai il mondiale rimanga nelle mani del pilota della Red Bull. In Mercedes possono comunque consolarsi con la conquista del titolo costruttori, che in un anno di tale equilibrio, non era scontato. Certamente è inutile negare che il mondiale più ambito è il mondiale piloti, ma se non altro il box anglo-tedesco potrà tornare a casa con la consapevolezza di aver sfornato per l’ottava stagione di fila un’auto vincente.
Il che forse induce più di qualche riflessione all’interno del team. Per la prima volta dopo sette anni di dominio la Mercedes è apparsa meno lucida del solito, meno pronta a rischiare e più incline all’errore. Magari l’agonismo estremo derivante dalla sfida con Red Bull, a cui a Brackley, non erano abituati, ha confuso più volte le idee al muretto. O magari l’uscita con gli anni di alcune figure chiave dall’interno del team, ha iniziato a mostrare le sue conseguenze.
Toto Wolff avrà qualche mese per rifletterci, ma nel frattempo ha anche validi motivi per festeggiare. Seppur il suo pilota sia stato beffato nella corsa all’iride, da otto anni non c’è nessun team in grado di far meglio del suo. Nel 2022 cambieranno i regolamenti, si ripartirà da un foglio bianco e in scuderia ci sarà un altro pilota al posto di Valtteri Bottas. Che sia forse il momento di una piccola ristrutturazione generale?