Villeneuve: «Alonso? Non è più il numero uno in Ferrari»

Se alle sparate di Bernie Ecclestone ci siamo abituati, c’è un ex pilota del Circus che non ha mai avuto peli sulla lingua. Jacques Villeneuve non si è mai nascosto dietro alle parole tanto che, dopo una stagione trascorsa al fianco di Sky Sport F1 Hd, è stato intervistato proprio dall’emittente di Murdoch in salsa britannica. Il campione del mondo 1997 ne ha avute per tutti, anche per la coppia dei piloti Ferrari: «Raikkonen ha tutte le carte in regola per battere Alonso quest’anno. Fernando dalla scorsa stagione non è più la stella del Cavallino Rampante e il fatto che i rapporti tra pilota e team fossero tesi, lo si capisce dall’ingaggio di Kimi – ha raccontato Villeneuve – Quello della Ferrari è un team difficile nel quale lavorare. Si fa molta politica, ci sono molte pressioni e quando le cose non vanno nel verso giusto il tutto si fa molto difficile da sostenere».

Ma è sulle pagine di Autosport che il canadese si è scagliato contro la Formula 1, contro quello che è diventato il Circus e contro l’immagine che la Federazione vuole dare della classe regina del Motorsport: «La Formula 1 non è più così epica e i piloti non sono più degli eroi. I nuovi cambiamenti regolamentari sono stati fatti artificialmente e non funzioneranno. Forse per i primi sei mesi sarà divertente, ma poi tutto sarà noioso – ha continuato – Ora ci sono i sorpassi in pista perché premi un pulsante, non perché fai un’azione speciale. Risparmiare carburante è buona cosa e lo era anche in passato, il problema è che i piloti non lo faranno da soli, sarà tutto controllato elettronicamente, tu ti siedi in macchina e l’elettronica farà tutto per te».

E a chi vuole una Formula 1 più verde, la risposta pepata è pronta: «Vogliono attrarre nuovi spettatori che vogliono vedere sorpassi ogni due secondi. Io sono un purista e amo questo sport. Ho amato gli anni sessanta e settanta quando al traguardo arrivavano anche solo quattro vetture: la Formula 1 non può andare d’accordo col termine ecologia, così si dà una buona immagine ai governi e ai parlamenti, ma non alla Formula 1».