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Stavolta F1world incontra Franco Nugnes, giornalista sportivo e attuale direttore di Motorsport.com, tuttavia la sua carriera però non si riduce solo alla scrittura. Difatti, il protagonista di questa puntata, di cui potrete reperirne il video integrale dal nostro canale Youtube, è contraddistinto da una ricca carriera anche nel campionato GT, portando a casa diverse vittorie. Nugnes si è aperto ai microfoni di F1world per raccontare i momenti salienti di questa stagione, fornendo spunti interessanti per il 2023. Non perdetevi domani la seconda e ultima parte di quest’intervista!
Ultimo Gran Premio di Formula 1, svolto ad Abu Dhabi. Il tracciato ha messo in mostra delle prospettive differenti: a livello strategico la Ferrari ci ha stupito, è riuscita a mantenere il passo questa volta, come mai?
“E’ una cosa costruita al venerdì, con una sessione di libere disastrosa. Con una Ferrari che non era in grado di ottenere nulla. Anzi, stava quasi iniziando a scrivere una fotocopia di Interlagos, con una Ferrari senza forza. E invece devo dire che nella notte di sabato chi si è occupato del simulatore ha fatto un lavoro eccellente. E hanno proposto a Leclerc di provare a fare un turno con le medie, cercando nei primi giri di non sforzare la vettura e mantenere il passo gara”.
“Esperimento riuscito evidentemente, perché anche avendo una F1-75 che a inizio stagione si mangiava le mescole, poteva giocarsi una partita a livello strategico. Dunque hanno preparato una gara per fare una sosta sola, studiando chiaramente. E infatti abbiamo potuto notare come Leclerc sia riuscito a tenersi fuori da ogni bagarre. Quando la Ferrari segue la strategia, raramente sbaglia, sulle scelte immediate va nel panico invece”.
Strategia ben pianificata e il talento di Leclerc, mix vincente del weekend. La gestione delle mescole ha fatto la differenza rispetto alle prestazioni di una Mercedes?
“L’elemento che ci ha sorpreso ad Abu Dhabi è il ritorno del saltellamento, piuttosto accentuato. La Ferrari quando c’era il saltellamento ne pativa particolarmente, ma aveva comunque una grande prestazione. La Mercedes invece è sempre stata costretta ad alzare la vettura, perdendo così il carico aerodinamico. Si è vista in effetti una Ferrari in grado di prendere il toro dalle corna e trovare una soluzione funzionale per Abu Dhabi”.
Passando adesso alla Red Bull, il team ha sempre fatto vedere come la sua priorità fosse Max Verstappen. Chiaramente con questo, gli sviluppi si sono concentrati maggiormente sulla vettura numero uno, Perez e Verstappen guidavano la stessa monoposto?
“Nei particolari no. Perez ha usato un fondo più evoluto rispetto a Max, per la versione vecchia non avevano abbastanza pezzi di ricambio e hanno lasciato il messicano fuori con la versione più nuova. Nel gioco del budget cap, si sarebbe lasciato lo stesso livello prestazionale. Anche se all’inizio della stagione quello che è riuscito ad adattarsi meglio alla vettura è stato Perez, dove Max pativa particolarmente il sottosterzo.
“Chiaramente la Red Bull conosceva ampiamente le difficoltà che avrebbe incontrato con il saltellamento per questo è riuscita a gestirla meglio. A fare la differenza, sono state alcune modifiche fondamentali per bloccare il fondo ed evitare flessioni. Monoposto non adatta a Max, ma sicuramente più a Perez, successivamente non è che si sono concentrati più sulla vettura di Verstappen, ma hanno solo risolto il sottosterzo”.
Al termine della stagione abbiamo visto grande distacco tra Perez e Verstappen, due piloti divisi da poco spirito di squadra, in particolar modo per l’olandese. Come mai?
“In Brasile Verstappen ha aiutato Perez con la scia, restituendogli il favore. Scia che poi non si è vista effettivamente, per Max Verstappen è stato solo uno scarico di coscienza dovuto a quanto successo in Brasile per non aver ceduto la posizione. Max Verstappen è padrone della squadra, lui detta le condizioni. Nel momento in cui il team principal chiede di dare la posizione, l’olandese in maniera chiara senza giri di parole ha spiegato le sue ragioni.
Lì l’anomalia è riuscire a capire cosa Max ha in pugno, per riuscire a tenere tutti sotto scacco in casa Red Bull. Lui è padrone nelle decisioni, situazione che si trascinerà fino al prossimo anno. Ma se le prestazioni dovessero deludere le aspettative, per la prossima stagione qualcosa potrebbe accadere nei rapporti di forza”.
Stagione 2023 alle porte, come crede che il rapporto tra i due piloti cambierà per il prossimo anno? Soprattutto con l’entrata di Ricciardo
“L’entrata di Ricciardo è stata calcolata per cercare di creare un clima migliore. Perché per chi ‘alza troppo le orecchie’ c’è subito la minaccia“.
Mercedes scintillante in Messico e in Brasile, ma caduta a picco ad Abu Dhabi, cosa è successo questa volta?
“La W13 è sempre stata sbagliata come progetto, poi gli ingegneri sono stati particolarmente bravi a riuscire a risollevare la situazione. E’ evidente che la monoposto si stia trascinando dei vincoli prestazionali grandi, perché anche con il minimo saltellamento sono costretti ad alzare la vettura, quindi vi è un calo delle prestazioni. Secondo me le vittorie Mercedes erano più dovute a una situazione saltuaria che allo sviluppo, nel momento in cui trovavano le giuste condizioni, vincevano. Certo il lavoro che c’è stato, ha portato i suoi frutti. L’anno prossimo saranno competitivi, anche se non ritorneranno a essere la squadra di una volta, la vedo molto difficile riuscire a recuperare il gap di differenza con Red Bull”.