Credits: Aston Martin, Press Area
La Formula 1 ha ieri pubblicato il calendario ufficiale della prossima stagione: ci aspetta un 2022 con ben 23 gare in programma!
L’aggiunta di Miami e Arabia Saudita, con l’atteso ritorno di Australia, Canada, Singapore e Giappone, ha allungato la già consistente lista di appuntamenti stagionali. Si scenderà in pista dal weekend del 18-20 marzo (prima gara in Bahrain) a quello del 18-20 novembre (ultima gara ad Abu Dhabi).
Notizia che non ha convinto tutti, se si pensa che, solo dal terzo appuntamento a Melbourne (8-10 aprile), al sesto a Barcellona (20-22 maggio) si susseguono quattro fusi orari molto differenti tra loro.
Immaginate per un attimo cosa voglia dire volare dalla città di Melbourne (+ 9 ore rispetto all’Italia) a Bologna, da qui a Miami (-6) e dalla costa ovest degli Stati Uniti in Spagna. Il tutto in poco più di un mese!
Tra i piloti non proprio entusiasti c’è Sebastian Vettel, preoccupato per il personale e per la potenziale perdita di attrattiva della Classe Regina.
Come riporta Planetf1.com, il tedesco della Aston Martin ha analizzato anche l’aspetto legato all’intrattenimento dello sport: quando qualcosa avviene con troppa regolarità, perde la magia e non è più così speciale: “Penso di essere arrivato quando la Formula 1 era in una sorta di fase di transizione. Rispetto agli anni precedenti, non c’erano così tanti test, e c’erano sempre più gare”, ha dichiarato a Motorsport-Total.com, “Ora questa è solo la mia opinione e non vale niente, ma penso che non dovremmo farne così tante. Ci sono una serie di ragioni per questo: per prima cosa, forse ci sono troppi GP per le persone che vogliono vederli. Non è più speciale quando ce ne sono di così numerosi”.
Il quattro volte campione del mondo crede inoltre che ci sia un’enorme differenza tra i piloti e i meccanici dei team, i più svantaggiati: “In secondo luogo, mi dispiace per loro… noi piloti siamo dalla parte buona delle cose: possiamo arrivare mercoledì sera e, se troviamo un volo, ripartire la domenica sera. La squadra invece ha molto più stress. Arriva il lunedì o il sabato della settimana precedente, sistema il box, prepara le monoposto e poi deve imballare di nuovo tutto, rispedirlo e prepararlo in fabbrica. Quindi, per loro è fondamentalmente un lavoro in cui sei impegnato tutti i giorni feriali e quasi tutti i fine settimana e non hai tempo per te stesso. In un momento in cui le persone stanno diventando sempre più consapevoli che anche loro hanno una vita e che questa non appartiene al datore di lavoro…. penso che sia rischioso continuare così e che ci siano sempre più gare“, ha detto per concludere.