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La tensione derivante dal duello tra Lewis Hamilton e Max Verstappen per il titolo mondiale ha raggiunto il suo apice al GP di Gran Bretagna, quando si sono toccati alla Copse. Ma prima di quell’episodio i due erano già stati vicini al contatto, come a Imola. Una circostanza in parte dovuta allo stile di guida decisamente irruente (ma pulito) dell’olandese, che porta l’avversario ad essere sempre al limite.
Un atteggiamento certamente nella maggior parte dei casi fruttuoso ma che va saputo ponderare. Perché in una sfida serrata come questa un qualsiasi errore si paga a caro prezzo. Guardando alla classifica piloti non ci si può non accorgere come su quella del classe ’97 pesino i due DNF e il nono posto dell’Ungheria. Risultati che, a onor del vero, non sono tutti imputabili a Max, visto che solo a Silverstone avrebbe potuto fare qualcosa di differente.
“Non mi sembra di correre in modo aggressivo. Indubbiamente rendo difficile la vita agli altri che cercano di sorpassarmi; e gliela renderò sempre difficile”, ha detto Verstappen in una intervista rilasciata a The Race. “Ho corso duramente per tutta la mia carriera. E negli ultimi anni non ho più avuto uno stile aggressivo. Semplicemente gliela faccio più complicata”.
“Le persone potrebbero pensarla in maniera diversa. Tuttavia credo che l’aspetto racing sia uno dei miei punti di forza, e [ndr. d’altronde] so come stare fuori da guai. Anche se non è qualcosa sempre sotto il tuo controllo, soprattutto quando sono gli altri a venirti addosso”. Un allusione neanche troppo velata a quanto successo all’Hungaroring quando è stato Bottas a innescare una carambola subito dopo lo spegnimento dei semafori.
“Continuerò a guidare come ho fatto finora. [ndr. In riferimento a quanto successo a Silverstone] non sono stato più cauto o più aggressivo; ho fatto quello che faccio di solito. Non sento di aver combinato alcunché di sbagliato. Gli avevo lasciato più dello spazio necessario, Lewis ha valutato male l’approccio alla curva. Non c’era nessuna possibilità per lui di percorrere la Copse alla velocità con cui è entrato”.
Gli si può dar ragione. Ma l’olandese non è lo stesso che nel 2017 in occasione del patatrac di Singapore disse: “Non capisco la manovra di Seb. Se ti stai giocando un campionato, come puoi prenderti un rischio simile?”.