Tutti contro Alonso! Ecco l’ingrata (e ferrarista) stampa italiana

Facciamo un passo indietro. Se la Ferrari non vinceva era automaticamente colpa di Stefano Domenicali tanto che l’italiano, pochi mesi fa, ha rassegnato le proprie dimissioni assumendosi, come ha sottolineato, le proprie responsabilità. La Rossa continua a non vincere e viene fatto fuori Marmorini anche se la situazione non cambia. I giornalisti italiani allora iniziano a cercare l’ennesimo nome da usare come capro espiatorio, quello di Fernando Alonso, accusato di non essere un uomo squadra. A seguito del Gran Premio di Germania, altra gara dove il pilota spagnolo ha lottato come un guerriero per le posizioni non sul podio, Sky Sport F1 Hd ha mandato in onda quello che mi piace definire come un ridicolo teatrino di accuse nei confronti di Alonso, uno degli incolpevoli. Protagonista di questo recital trash sono uomini ben inseriti nell’ambiente dei motori e dalla grande esperienza, non adolescenti che forse non hanno nemmeno mai visto una monoposto in pista.

Umberto Zapelloni, vicedirettore della Gazzetta dello Sport, spalleggiato da Leo Turrini e Mauro Forghieri hanno accusato l’iberico di non essere un uomo squadra e di disinteressarsi dello sviluppo della monoposto, facendo il nome dello spagnolo e sostenendo come, in questi anni, gli insuccessi della Rossa sono da imputare alla sua incapacità di fare squadra, differentemente da quanto faceva Michael Schumacher: «A Maranello sentono molto la sua mancanza (riferendosi al tedesco), sempre al lavoro sulla macchina, al lavoro con gli ingegneri, al lavoro sul simulatore, anche nel rapporto con i meccanici al di fuori del box, Michael aveva abilità di fare squadra – ha sottolineato Zapelloni – Ad Alonso viene un po’ imputato il fatto che, finito il Gran Premio, lui prende la sua valigetta e con la sua fidanzata e scappa ad allenarsi per la sua ossessione di avere un fisico straordinario, fare più chilometri degli altri in bicicletta mentre lavorare per la squadra è un po’ diverso».

Facciamo per una volta una cosa fatta bene andando a prendere un po’ di dati. Se non fosse stato per Fernando Alonso, che in questi cinque anni trascorso in Ferrari ha raccolto attestati di stima e bravura da appassionati e addetti ai lavori per la sua capacità di riuscire a tirare fuori il massimo da dei tricicli, per la Ferrari sarebbero state 5 stagioni drammatiche. Facciamo un raffronto dei punti che parlano meglio di qualunque altra nota.

Mondiale 2010: Alonso 252 punti; Massa 144 punti
Mondiale 2011: Alonso 257 punti; Massa 118 punti
Mondiale 2012: Alonso 278 punti; Massa 122 punti
Mondiale 2013: Alonso 242 punti; Massa 112 punti
Mondiale 2014: Alonso 97 punti; Raikkonen 19 punti (fino al GP Germania)

Il vero problema è che finché le cose vanno bene, si è tutti felici e contenti mentre non appena le relazioni iniziano a incrinarsi vengono a galla i malumori. Qui la colpa non è di Alonso, come non era solo ed esclusivamente di Domenicali o di Marmorini, che a fatti sono gli unici ad averne fatte le spese. Il vero problema della maggior parte della stampa italiana, in primo luogo quella finanziata da Stato o partiti politici, è che soffre di sudditanza nei confronti dei potenti, in politica, nell’economia e anche nello sport. Uno dei giornalisti sopracitati, lavora per proprio per il quotidiano maggiormente finanziato d’Italia! Non ho avuto, per dire la verità, molte occasioni di raffrontarmi con giornalisti che lavorano o hanno lavorato nel paddock, ma le poche parole sono bastate per capire come girano le cose: o fai quello che vogliono i grandi o sei fuori. E se ti dicono che non ci metti più piede, stai sicuro che è quello che accadrà!