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Nonostante sia giovane il Gran Premio degli Emirati Arabi Uniti porta male la propria tenera età, essendosi affermato come bestia nera per Alonso sin da subito.
Nel 2009 con la Renault Alonso ha segnato il sedicesimo tempo, per poi schierarsi quindicesimo beneficiando della retrocessione di Kovalainen. In gara è riuscito a migliorare il piazzamento di appena una posizione nel totale anonimato. Una gara che sarebbe volentieri sottoposta alla damnatio memoriae dai tifosi di Alonso è quella del 2010. L’asturiano giunge ad Abu Dhabi con 246 punti, 8 in più di Webber e 15 in più di Vettel. Al termine delle prove libere Sebastian Vettel afferma la superiorità della Red Bull dominando tutte e tre le sessioni. Il Q1 termina con uno spiraglio di speranza: il miglior tempo fatto segnare da Fernando Alonso; la pole però verrà conquistata dal rivale tedesco e Fernando riuscirà ad agguantare il lato pulito della seconda fila staccando un crono più lento di 4 decimi rispetto al poleman. Non uno start brillante da parte di Alonso che l’indomani viene colto di sorpresa da Button alla prima curva. Lo spagnolo continua la gara con un passo discreto ma non abbastanza da riuscire ad impensierire Button. Al 15° giro la Ferrari mette in atto la propria strategia: lo spagnolo va ai box. Alonso rientra davanti a Webber, colma il gap con Petrov ma non riesce a sorpassarlo. I giri passano e nonostante i disperati tentativi da parte dello spagnolo, incitato anche dal proprio ingegnere di pista Andrea Stella con messaggi passati alla storia, Petrov mantiene la posizione. Una frustrante gara nel traffico non aiuta Alonso mentre davanti Vettel guida verso il primo titolo mondiale. Fernando chiude la gara in settima posizione a due invalicabili decimi da Petrov, perdendo così la possibilità di vincere il terzo titolo nella sua prima stagione in rosso. Nel 2011 Alonso parte quinto e nel primo giro compie due spettacolari sorpassi su Webber e Button. Chiude in seconda posizione, approfittando anche del ritiro di Vettel a causa di una foratura allo start.
Ciò sarà la causa del terribile mal di schiena che ha persino messo in dubbio la partecipazione di Alonso alla gara successiva, ossia quella di Austin.
Fernando conclude qui il proprio mandato in Ferrari e narra in prima persona il proprio weekend di gara per l’emittente spagnola LaSexta, che ha realizzato il documentario Mì Ultima Carrera Con Ferrari. Per l’ultima volta sottoposto al supplizio della F14-T, effettua l’ultima qualifica in rosso con un deludente 10° posto, guadagnando però due posizioni sulla griglia grazie alla squalifica delle due Red Bull, partite ultime per un’irregolarità riscontrata sugli alettoni anteriori. Parte quindi ottavo e in gara non riuscirà ad andare oltre la nona posizione.