Test Formula 1 Test Jerez 2014, il punto: buon esordio di Ferrari e Mercedes 5 Febbraio 2014 Redazione Come ha detto Nico Rosberg, in modo banale ma quanto mai opportuno, alla fine di una giornata di test non è importante chi è stato veloce o affidabile in assoluto, ma chi lo è stato più degli altri. La stagione di Formula 1 2014 è stata inaugurata con la quattro giorni di test, da martedì 28 gennaio a venerdì 31, in Spagna. Poco prima che i motori si accendessero, le monoposto non ancora svelate su internet sono state presentate direttamente lungo la pit lane dell’autodromo di Jerez de la Frontera. Ad oggi resta ancora da conoscere la Lotus-Renault, che muoverà i primi passi nella seconda sessione di test in Bahrain, in programma dal 19 febbraio. Il regolamento tecnico 2014 ha introdotto diverse novità e le squadre hanno avuto i primi riscontri, provando come da regolamento con un pilota alla volta. Una giornata è stata poi riservata alle prove delle Pirelli da pioggia, leggermente modificate rispetto a quelle del 2013, per la quale è stata allagata artificialmente la pista. Hanno poi fatto il loro esordio in Formula 1 i tre nordici esordienti del 2014: Kevin Magnussen, danese della McLaren, Marcus Ericsson, svedese della Caterham e Daniil Kvyat, russo in forza alla Toro Rosso. Tutti i team hanno avuto problemi di vario genere, e nessuno ha logicamente cercato la prestazione. Ciò non toglie che certe osservazioni si possono fare sullo stato attuale delle varie scuderie. Elemento innovativo di maggior importanza è il cosiddetto power unit: scongelati e archiviati i propulsori V8, i piloti da questa stagione avranno a disposizione 5 power unit, ovvero unità composte da un motore (V6, 1,6 litri turbo) e da un sistema di recupero di energia detto Ers (Energy Recovery Sistem). Un aspetto che rende questo elemento ancor più decisivo è che essendoci un unico collettore di scarico centrale al retrotreno, le vetture sono ancor più rastremate nella parte finale della scocca (la Red Bull si dice arrivi a raggiungere l’ampiezza di 80 cm.). Questo ha innescato un equilibrio difficile da trovare tra la rastrematura della scocca e le zone adibite al raffreddamento di tutto il nuovo sistema di batterie del power unit. A trovare le maggiori difficoltà è stato a sorpresa proprio il team campione del mondo, la Red Bull-Renault. L’affidabilità è da sempre l’unico tallone d’Achille delle vetture anglo-austriache progettate da Adrian Newey, causa proprio le soluzioni aerodinamiche estreme che spesso sacrificano gli ingombri di certe componenti. Nella stagione 2012 gli alternatori Renault si surriscaldavano lasciando a piedi Vettel in diverse gare. A Jerez il campione del mondo e il nuovo arrivato, l’australiano Daniel Ricciardo, hanno totalizzato solamente 21 giri in 4 giorni. Il team ha addirittura deciso di abbandonare l’autodromo venerdì rinunciando alle ultime prove del pomeriggio. Red Bull a parte, le power unit Renault sono risultate comunque le più fragili. Hanno sicuramente meno preoccupazioni Ferrari e Mercedes, le quali hanno avuto qualche incidente di percorso ma hanno completato diverse tornate, concentrandosi anche su test aerodinamici una volta superati con successo gli installation laps preliminari. In particolare Kimi Raikkonen ha dato l’impressione di trovarsi nella squadra giusta nella stagione giusta: a quanto dimostrato negli ultimi due campionati, il finlandese è il pilota più costante e concreto del lotto, e la Ferrari è sempre la prima della classe in termini di affidabilità, anche nelle sue stagioni più buie. Nel 2014 conterà, oltre al piede, anche la capacità del pilota ragioniere, abile nel portare al traguardo la vettura risparmiando le varie componenti meccaniche ed elettroniche: questa è dunque la severa lezione che arriva dai primi test della F1 2014. La classifica dei tempi aggregati stilata al termine delle 4 giornate: 1. Kevin Magnussen, McLaren, 1m 23.276s, 162 Giri 2. Felipe Massa, Williams, 1m 23.700s, 133 Giri 3. Lewis Hamilton, Mercedes, 1m 23.952s, 121 Giri 4. Jenson Button, McLaren, 1m 24.165s, 83 Giri 5. Kimi Raikkonen, Ferrari, 1m 24.812s, 78 Giri 6. Valtteri Bottas, Williams, 1m 25.344s, 42 Giri 7. Fernando Alonso, Ferrari, 1m 25.495s, 173 Giri 8. Nico Rosberg, Mercedes, 1m 25.588s, 188 Giri 9. Nico Hulkenberg, Force India, 1m 26.096s, 17 Giri 10. Sergio Perez, Force India, 1m 28.376s, 48 Giri 11. Daniel Juncadella, Force India, 1m 29.457s, 81 Giri 12. Jean-Eric Vergne, Toro Rosso, 1m 29.915s, 45 Giri 13. Adrian Sutil, Sauber, 1m 30.161s, 103 Giri 14. Jules Bianchi, Marussia, 1m 32.222s, 25 Giri 15. Esteban Gutierrez, Sauber, 1m 33.270s, 6 Giri 16. Marcus Ericsson, Caterham, 1m 37.975s, 12 Giri 17. Sebastian Vettel, Red Bull, 1m 38.320s, 11 Giri 18. Kamui Kobayashi, Caterham, 1m 43.193s, 54 Giri 19. Daniil Kvyat, Toro Rosso, 1m 44.016s, 9 Giri 20. Daniel Ricciardo, Red Bull, 1m 45.374s, 10 Giri 21. Robin Frijns, Caterham, Senza tempo, 10 Giri 22. Max Chilton, Marussia, Senza tempo, 5 Giri Giri totali percorsi dalle scuderie: 1. Mercedes, 309 2. Ferrari, 251 3. McLaren (Mercedes), 245 4. Williams (Mercedes), 175 5. Sauber (Ferrari), 163 6. Force India (Mercedes), 146 7. Caterham (Renault), 76 8. Toro Rosso (Renault), 54 9. Marussia (Ferrari), 30 10. Red Bull (Renault), 21 Giri totali percorsi dai motori (power unit): 1. Mercedes, 875 (4 squadre) 2. Ferrari, 444 (3 squadre) 3. Renault, 151 (3 squadre – Lotus assente) Francesco Bagini formula.francesco@tiscali.it Continue Reading Previous Rob White: «Stiamo cercando di risolvere i problemi»Next Primo giorno di prove per la Lotus E22