Il titolo non è stato scelto a caso: il futuro della Stoddart, coniugata Wolff, è a una svolta, come lo stesso futuro di una Formula 1 di forte identità maschile che presto potrebbe aprirsi anche a quello che viene comunemente definito come il gentil sesso. Se negli States Sarah Fischer, Danica Patrick e Mika Duno sono ritenute pilota di tutto rispetto, soprattutto negli ultimi anni, le quote rosa hanno iniziato a frequentare i paddock della Formula 1, non nel ruolo di mogli, fidanzate o ombrelline, ma nella speranza di trovare un sedile per confrontarsi direttamente con i colleghi uomini. Impossibile dimenticare Maria de Villota, che dopo essersi costruita una carriera nel mondo delle gare a ruote coperte, diventò collaudatrice della Marussia. Un sogno durato troppo poco a causa della prematura morte, legata ai pesanti danni neurologici causati dall’incidente dell’estate 2012. Anche Simona De Silvestro, svizzera ma di scuola americana, è pronta a seguire il loro esempio.
Susie Wolff, classe 1982, oltre a essere un pilota, è la figlia di Paul Stoddart, imprenditore australiano che è stato proprietario della Minardi di Formula 1 fino alla fine del 2005, prima della vendita alla Red Bull, ed è la moglie di Toto Wolff. Inizia la sua carriera motoristica nel mondo dei kart nel 1996 con buoni risultati dove ha corso fino al 2000. Nel 2001 debutta in Formula Renault nel campionato invernale mentre dall’anno successivo prende parte al campionato britannico concludendo la stagione in nona posizione. Nel 2005 passa al campionato inglese di Formula 3 mentre dal 2006 è una delle protagoniste del Dtm.