Credit: Twitter @RenaultF1Team
L’intero mondo del motorsport è stato brutalmente travolto dagli eventi successi durante le qualifiche del Gran Premio del Belgio di Formula 2. La tragica scomparsa di Anthoine Hubert ha segnato nel profondo tantissimi suoi colleghi, distrutti nel dover affrontare una gara così complicata dopo un evento del genere. Oltre a Leclerc e Gasly, amici del francese sin dalla tenera età, Daniel Ricciardo è sembrato uno dei piloti più sconvolti.
La gara di Spa-Francorchamps è stata una delle più difficili per l’australiano, che non è sembrato assolutamente concentrato e nelle condizioni migliori per correre. D’altronde, il pilota della Renault è stato sverniciato dai suoi rivali più volte, cosa del tutto anomala viste le sue reali qualità. Solamente la bandiera a scacchi ha svegliato Ricciardo da un vero e proprio incubo.
“Sono contento che la gara sia finita“, ha detto durante le interviste post Gran Premio. “So bene, purtroppo, che il modo migliore per rendergli onore era correre oggi ma credo che nessuno di noi volesse farlo realmente. Parlo per me stesso ma sono sicuro di non essere l’unico a pensarla così”.
“È stato difficile, è stato certamente difficile per tutti essere qui e aver fatto una faccia coraggiosa. So che molte persone sono state male dopo quanto successo ieri. Penso che tutti siamo sollevati nell’aver concluso questa gara e nel poter andare via da qui. Speriamo sia l’ultima volta che succedono queste cose“.
Visto il suo stato emotivo, a Ricciardo è stato chiesto se avesse pensato di fare le valigie e ritirarsi dalla gara. “Si, assolutamente. Ci ho pensato di notte. Ti chiedi, ‘ne vale davvero la pena?’. Si, è il nostro lavoro, la nostra professione e la nostra passione ma non scordiamoci che sono solamente delle auto che girano in tondo“.
“A essere sinceri, vedere la sua famiglia qui è ciò che mi ha dato più forza di ogni altra cosa. Il modo in cui sono rimasti dopo quanto sucesso… levarmi il cappello dinanzi a loro non gli rende giustizia. Non so cosa dire, sentivo come se fossero più forti di chiunque di noi piloti oggi”.