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La situazione in Red Bull si fa sempre più delicata: con l’uscita di Chris Horner dal team di Milton Keynes, il compito di gestire questa fase critica ricade ora sulle spalle di Helmut Marko. La squadra fatica a tenere il passo delle McLaren, mentre Verstappen è ormai costretto ad affidarsi solo alle proprie forze. Infatti, dei 172 punti finora raccolti dalla Red Bull, solo 7 sono stati guadagnati dai compagni di squadra del quattro volte campione.
Considerando il distacco significativo di 288 punti dalla McLaren, puntare al mondiale costruttori sembra ormai sempre più improbabile. Tuttavia, secondo il consulente del team austriaco – nonostante gli ultimi deludenti risultati – il mondiale per Max non è ancora perduto. Il pilota olandese, infatti, è sì distante 69 punti dal leader della classifica Oscar Piastri, ma con dodici Gran Premi e quattro sprint ancora da disputare, tutto può ancora succedere.
“Quindi: quinto posto per Max a Silverstone, e una settimana prima, un ritiro anticipato in Austria dopo il contatto con Antonelli“, ha osservato Marko, e poi ha aggiunto: “Questo non facilita la difesa del titolo di Verstappen, ma non vogliamo escluderlo del tutto. Restano ancora dodici Gran Premi e quattro gare sprint. Il che significa che 300 punti sono in palio per i GP e 32 per le sprint“, ha spiegato l’austriaco. “In questo contesto, e anche grazie ai nuovi aggiornamenti previsti per il Belgio che dovrebbero avvicinarci alla McLaren, non vediamo il Mondiale come qualcosa di già deciso“.
Il consulente Red Bull, sulla sua rubrica su Speed Week, ha offerto un’analisi dettagliata della prestazione di Verstappen nel Gran Premio di Gran Bretagna, facendo chiarezza sulle scelte tecniche del team. La squadra austriaca aveva infatti adottato una strategia ben precisa: montare un’ala posteriore a basso carico aerodinamico. Questa scelta ha senz’altro aiutato SuperMax a conquistare la pole position del sabato, ma domenica non ha dato i risultati sperati, complici anche le condizioni meteo instabili che hanno compromesso la gara dell’olandese.
“Ritornando al ‘suicidio’ in Gran Bretagna:” – scrive il consulente della bibita energetica – “favolosa la pole position di Max Verstappen a Silverstone, ottenuta anche grazie a una scommessa coraggiosa di un’ala posteriore a basso carico aerodinamico! Naturalmente, si è discusso molto se fosse davvero la scelta migliore anche per la gara. Noi credevamo di sì, perché il nostro bollettino meteorologico aveva previsto che avrebbe piovuto nella mattinata di domenica, ma che la pioggia sarebbe cessata a mezzogiorno, quindi avremmo dovuto avere un Gran Premio su pista asciutta“.
“Sapevamo che questo assetto era rischioso“ – ha rivelato Marko – “ma era l’unico modo per competere con le McLaren, considerando la loro superiorità. Il nostro ragionamento è stato questo: con una gran velocità di punta grazie a quell’ala, le McLaren faticheranno a superare Max. Purtroppo, le cose sono andate diversamente riguardo al meteo, ed era chiaro che avremmo sofferto molto con quell’assetto così particolare sul bagnato. Poi è arrivato quel testacoda piuttosto insolito per il nostro pilota. Senza questo inconveniente, crediamo che avrebbe potuto finire terzo“.
Eppure, l’ex pilota austriaco ha dovuto ammettere che, anche se le condizioni atmosferiche fossero state diverse, le possibilità di duellare con il duo papaya sarebbero state comunque molto limitate. L’olandese, una volta montate le slick, ha faticato a farle entrare in temperatura. In quella fase, il duo di testa ha iniziato ad allungare sul Campione in carica, incrementando il gap.
“Dopo la corsa abbiamo riscontrato che nemmeno sull’asciutto avremmo potuto avere chance contro le McLaren” – ha riconosciuto – “ma il podio poteva essere alla nostra portata. Dopo il passaggio alle gomme slick, Piastri e Norris hanno segnato subito tempi molto veloci. Max ha avuto bisogno di quattro giri per far sì che gli pneumatici raggiungessero la loro temperatura ottimale. A partire da quel momento, ha potuto girare veloce come le McLaren, ma in quei quattro giri aveva perso quasi dieci secondi“.