Credits: Red Bull Content Pool
Con la vittoria del Gran Premio d’Italia, Max Verstappen ha visto la sua leadership estendersi ulteriormente a 116 punti rispetto a Charles Leclerc, suo primo inseguitore. Questo è il frutto di cinque vittorie consecutive, un vero e proprio dominio Red Bull, cominciato ancor prima della pausa estiva in quel di Budapest. Una domanda, però, sorge spontanea: da dove proviene la forbice prestazionale che si è aperta sempre di più fra il team austriaco e la Ferrari? Per provare a dar luce a questo quesito diamo un’occhiata a quelli che sono stati gli sviluppi introdotti rispettivamente su RB18 e F1-75.
Prendiamo come esempio l’ala posteriore. La squadra capitanata da Mattia Binotto, dall’inizio della stagione, ha portato ben sei versioni differenti. Al contrario, Red Bull ha sviluppato “solamente” tre diverse specifiche: una a basso, una a medio e una ad alto carico. Questo sottolinea come la monoposto austriaca sia di base ottima a livello di efficienza aerodinamica, oltre che con pochissima resistenza all’avanzamento (drag).
La situazione è leggermente differente se si considera il fondo, in quanto gli aggiornamenti non sempre risultano visibili. Se si prendono in considerazione quelli dove gli update si distinguono chiaramente, i due team hanno portato in pista pressochè lo stesso numero di esemplari. La differenza sta negli aggiornamenti apportati nell’area da cui proviene l’effetto suolo: i canali Venturi e la zona situata vicino al diffusore. Oltre ciò, non è da scartare completamente l’ipotesi di un’eventuale problematica introdotta dalla famosa DT39 sul porpoising, con le prestazioni di Red Bull che non sono state minimamente intaccate, al contrario di Ferrari che sembra essere tornata un po’ a soffrire.
Si è parlato tanto della riduzione del peso a cui Red Bull ha lavorato fin dall’inizio della stagione. All’alba del Mondiale, la monoposto del team di Christian Horner era superiore di 20 chili rispetto al peso minimo previsto dal regolamento (795 kg). Questo corrisponde esattamente all’equivalente che la RB18 avrebbe perso, favorendo così un guadagno di circa sei o sette decimi.
Questo, inoltre, spiegherebbe in gran parte la differenza venutasi a creare fra Verstappen e Perez, con il messicano che a inizio anno era spesso davanti o molto vicino all’olandese. Grazie ai componenti più leggeri che sono stati introdotti, la monoposto è diventata più sovrasterzante, caratteristica che piace a Max, al contrario di Checo che predilige una vettura incline al sottosterzo.