Credits: Pirelli Press Area
Le pagelle di fine anno:
Lewis Hamilton: punti 413; voto: 9,5. Campione del mondo per la sesta volta. Non ha sbagliato quasi mai, ha saputo essere aggressivo e conservativo quando è servito, bravo e veloce nel capire quando fare l’una e l’altra cosa. Sempre affamato di vittoria; un Lewis sempre più stratega e lungimirante, temprato dalla bruciante sconfitta del 2016 a favore di Rosberg. Se proprio dobbiamo trovare il pelo nell’uovo, con le sue 88 pole in carriera forse ce lo aspettavamo più aggressivo nei sabato di qualifica. Ha però preferito concentrarsi sul passo gara, perché i punti si fanno la domenica e lui ne ha totalizzati ben 413. Insomma, un 9,5 al sapore di 10. Anche nel 2020 sarà lui l’uomo da battere.
Valtteri Bottas: punti 326; voto: 7,5. Era partito bene, ma il suo problema è che è forse il primo a non sentirsi all’altezza del compagno Hamilton. Quasi 100 punti di distacco dal leader guidando la medesima vettura. Un Valtteri poco decisivo e timido nei duelli. Una delle sue gare migliori? L’ultima ad Abu Dhabi: da ventesimo a quarto con una rimonta degna di nota. Avrebbe dovuto guidare così per tutto l’anno. Punto debole? Poca costanza, l’ingrediente fondamentale per battere un animale da guerra come Lewis. Ma Valterri ha un piano top secret per farlo nel 2020. Riuscirà a metterlo in atto? Staremo a vedere.
Max Verstappen: punti 278; voto: 8,5. Lui e la sua Red Bull sono una coppia vincente. Una guida brillante e aggressiva, che gli ha assicurato un meritato terzo posto in classifica, ma che lo ha anche messo sotto la lente di ingrandimento per le maniere poco gentili in pista.
Ma alla Formula 1 non piacciono i gentlemen, e Max ha avuto modo di infuocare gli animi degli appassionati con audaci corpo a corpo, 3 vittorie e 2 pole position. In un futuro neanche troppo prossimo, si trova certamente tra i principali candidati alla vittoria del titolo iridato.
Charles Leclerc: punti 264; voto: 7,5. Si è giocato fino all’ultimo il terzo gradino del podio dei tre migliori piloti del 2019, ma il monegasco non è riuscito nel suo intento. Il suo primo anno in Ferrari è stata una rivelazione: 2 vittorie consecutive in Belgio e a Monza e il titolo di Poleman del 2019. Per lui 7 partenze dalla prima piazzola, a dispetto di un compagno di squadra con molta più esperienza, 4 volte campione del mondo e con radici ben salde in Ferrari già da qualche stagione. Se dopo le strabilianti vittorie di Spa e Monza, il numero 16 sembrava un po’ cavalcare a briglie sciolte, la repentina crescita personale e professionale ha messo in luce la sua voglia di migliorare e fare il bene di una squadra che crede fermamente nelle sue potenzialità. Con lui e Max ne vedremo delle belle.
Sebastian Vettel: punti 240; voto: 6,5. Gli errori più gravi sono forse stati quelli di Silverstone e Monza. Il tedesco sembrava aver perso fiducia nella propria auto, che non si adattava più al suo stile di guida. Forse anche pressato dalla sfida interna con il giovanissimo avversario e compagno di squadra Leclerc, non può dirsi soddisfatto di questa stagione. Un colpo di reni c’è stato da Singapore in poi, come a voler rispondere alle numerose polemiche riguardo le sue abilità di guida. Il disastro del Brasile è stata un po’ una ciliegina sulla torta dal sapore già abbastanza amaro per Seb. Speriamo si rifaccia l’anno prossimo.
Carlos Sainz: punti 96; voto: 7,5. Sta egregiamente riportando in alto la McLaren, dopo un lungo periodo di transizione che li ha visti protagonisti. A Interlagos conquista un incredibile terzo posto, neanche troppo inaspettato, visti i passi da gigante fatti dalla scuderia inglese nell’ultimo anno. Ancora troppo lento in qualifica, ma bravo a non sbagliare quasi mai in gara. Quello tra lo spagnolo e la scuderia di Woking sembra essere un binomio ben collaudato.
Pierre Gasly: punti 95; voto: 7. Ha iniziato una deludente stagione sul sedile della Red Bull, con la quale è approdato in Formula 1 nel 2017. Con la scuderia di Horner ha ottenuto un quarto posto in Inghilterra; dopo Spa, il team austriaco lo ha bocciato e il francese è passato alla Toro Rosso. E’ qui che ha conquistato un leggendario secondo posto nella gara di Interlagos. Certamente un anno a due facce per Pierre, che però ha saputo reagire bene al duro colpo di metà stagione.
Alexander Albon: punti 92; voto 7. Non ancora al livello del suo compagno di team Verstappen, ma ha totalizzato un quarto posto in Giappone e 4 quinti piazzamenti in Germania, Russia, Messico e Stati Uniti. A punti in 13 gare su 21. Una stagione più che buona.
Daniel Ricciardo: punti 54; voto: 6. Di certo non ci si poteva aspettare di più, perché la Renault non è la Red Bull, soprattutto quella dei tempi d’oro, ma quest’anno volevamo vedere un Daniel diverso in pista. Ha però fatto molto meglio del compagno di scuderia Hulkenberg, con un distacco di 17 punti in classifica. A rendere ancora più difficile questa stagione, 4 ritiri su 21 gare disputate e una squalifica di tutto il team Renault in Giappone.
Sergio Perez: punti 52; voto: 6,5. Con la Racing Point non si attendevano grandi risultati, ma forse è mancato quello sprint finale a effetto sorpresa a cui ci aveva talvolta abituato. Un bravo pilota, non del tutto valorizzato dal team; e il confronto col suo compagno Stroll risulterebbe persino imbarazzante: tra i due, 31 punti di differenza a favore del messicano. Divario palese.
Lando Norris: punti 49; voto: 7. Conquista tutti con simpatia e verve, mostrandosi anche una rivelazione in pista. 20 anni appena compiuti e un debutto con una scuderia che non è l’ultima ruota del carro. Va veloce in qualifica e non commette errori in gara. Forse la posizione in classifica non rispecchia il suo reale talento e potenziale. Lando ci piace, e tanto.
Kimi Raikkonen: punti 43; voto 7. Ha centrato un grande quarto posto con l’Alfa Romeo in Brasile. Ha raccolto punti importanti all’inizio della stagione, ma poi anche lui ha sofferto un calo prestazionale del team italiano. Comunque, bene o male, Iceman lascia sempre il segno quando gli è possibile.
Daniil Kvyat: punti 37; voto: 6. Pilota talentuoso, e lo sappiamo. Un grande terzo posto in Germania che valeva la vittoria per lui, ma troppa poca costanza nell’arco dell’intera stagione: passava da un diciassettesimo posto a un nono, per poi raggiungere il podio e, subito dopo, ripiombare in quindicesima posizione. Serve più saldezza.
Nico Hulkenberg: punti 37; voto: 5,5. Per il tedesco è finita l’avventura in Formula 1 e poteva andargli sinceramente molto meglio. Il suo voto finale è una media tra la sua performance paragonata a quella di tutti i colleghi del Circus, piuttosto discreta, e un confronto decisamente perso col compagno di team Ricciardo. Villeneuve ha detto che il tedesco è stato anche troppo in Formula 1. Forse un po’ esagerato; fatto sta che non ha mai dimostrato quanto valga davvero.
Lance Stroll: punti 21; voto: 4,5. Il canadese ha dimostrato ancora una volta di non avere la velocità necessaria per poter sperare di uscire dalle retrovie. La Racing Point di suo padre non è certo la Mercedes, ma, come lo stesso Perez ha dimostrato, si poteva fare molto di più.
Kevin Magnussen: punti 20; voto: 6-. Stagione anonima la sua, anche a causa del periodo non proprio semplice che sta attraversando la Haas. Il miglior piazzamento per lui è stato un sesto posto in Australia, a cui è poi seguito un settimo posto in Spagna, un ottavo piazzamento in Germania e un nono posto in Russia.
Antonio Giovinazzi: punti 14; voto 6,5. Una prima parte di stagione insufficiente in cui l’italiano non ha saputo tenere il ritmo del compagno di squadra. Meglio invece al giro di boa: è arrivata in zona punti in 3 gare su 9 e ha ottenuto un ottimo quinto posto in Brasile. Per lui il 2020 sarà ancora sul sedile dell’Alfa Romeo.
Romain Grosjean: punti 8; voto: 5. “Mah”, per dirla alla Iceman. A punti in 3 gare su 21; risultato molto opaco che si somma ai tanti dubbi sul suo conto che ci portiamo dietro da anni. Forse Hulkenberg meritava più di lui. Perché dunque Haas non ha puntato sul tedesco? Mistero.
Robert Kubica: punti 1; voto 5: un decimo posto in Germania il miglior piazzamento in stagione, ma il capitolo Williams andrebbe trattato a parte, date le difficoltà in cui versa il team negli ultimi anni. La pesante crisi economica ha certamente pregiudicato la stagione dei suoi piloti. Vedere una storica scuderia costretta a ritirare le proprio monoposto per assenza di ricambi è tragico. Per il polacco, Abu Dhabi è stata l’ultima gara in Formula 1. Robert era ritornato nella classe regina dopo un periodo di stop, e per un pilota di grande competenza come lui, speravamo in un’esperienza più gratificante.
George Russell: punti 0; voto 5. Come per il suo compagno, il voto rispecchia per il 90% le sorti di un team che non riesce a trovare il bandolo della matassa. Il giovane George ha talento e quel che manca è una monoposto che gli permette di farne mostra. Ne sono state valide prove i test ad Abu Dhabi di questi ultimi giorni: Russell su Mercedes ha fatto segnare tempi eccellenti. Il ragazzo promette bene.