Venerdì 30 agosto 2024
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Sabato 31 agosto 2024
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Domenica 01 settembre 2024
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Interviste

Pietro Benvenuti a F1world: “Questa Imola è stata un bel banco di prova”

F1world ha avuto l’occasione di scambiare qualche battuta con il direttore dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola Pietro Benvenuti, ecco cosa ci ha raccontato

Con alle spalle il grande evento del Gran del Made in Italy e dell’Emilia Romagna tenutosi al circuito del Santerno, F1world ha incontrato il direttore dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari Pietro Benvenuti. La gara, il ritorno del pubblico, la risonanza sul territorio dovuta all’arrivo della Formula 1 ad Imola sono stati sono alcuni dei temi trattati.

Posso chiederle come ha vissuto sportivamente il Gran Premio?

“È stata una bella gara. In questa stagione la Red Bull e la Ferrari se la giocano, e poi ci sono altre squadre che a rotazione comunque hanno le loro possibilità di arrivare a podio [ndr. come successo con la McLaren in questo fine settimana]. Questa volta la Ferrari ha deluso, così Sainz a cui non è mancata di certo la sua dose di sfortuna. Davanti all’occasione di agguantare il secondo posto Leclerc purtroppo, davanti al suo pubblico, ha sbagliato ma non è uno che sente la pressione (anche solo pensando a quanto accaduto a Monza nel 2019). L’errore lo porterà ad essere già attento nelle prossime gare”.

“Sono anche molto contento per Norris, è un ragazzo davvero in gamba e mi ha fatto piacere che il pubblico lo abbia applaudito insieme a tutti gli altri piloti sul podio. È stato un bel fine settimana seppur condizionato dalla pioggia.

Dal suo ritorno in Formula 1 questo per l’autodromo è stato il primo anno segnato dalla presenza del grande pubblico, come è stato?

“È stato bellissimo. Quando la gara è finita ed è avvenuta l’invasione di pista dal Tamburello alla Rivazza non si vedeva più un centimetro d’asfalto. In tale situazione noi abbiamo il duplice ruolo di far divertire chi corre e far divertire il pubblico, e sicuramente guardando a ciò c’è ancora da lavorare per far sì che il pubblico si goda ancor di più il weekend. Questo con all’appello 130mila persone è stato un bel banco di prova. E poi c’è da dire che per i piloti sentire le urla del pubblico che già dal momento nell’inno si erano levati in un coro univoco è una cosa unica”.

Proprio a tal proposito, le chiedo come risponde ad alcuni che hanno riscontrato dei disagi soprattutto fra coloro che erano in possesso di un biglietto come il prato (considerando l’inconveniente di un fine settimana sotto l’acqua).

“Abbiamo pagato lo scotto di una struttura che è rimasta un po’ nel passato. Ma i tempi cambiamento e come tutte le cose che non si utilizzano dopo un determinato lasso di tempo emergono delle criticità. È un qualcosa che ci rammarica ma che allo stesso tempo rappresenta un grande stimolo per migliorare tutte quelle cose notate sia dal pubblico che dal nostro personale. Interveniamo ora perché non c’è stato tempo d’intervenire nel mentre. Faremo più attenzione ed in estate ci metteremo al lavoro. Il meteo è una variabile che non è sotto il nostro controllo ma ci attiveremo affinché pure in queste condizioni il disagio sia minimo”.

Le porto avanti anche la questione di chi si è lamentato la poca presenza di maxi-schermi.

“Al riguardo non credo ci sia stata una carenza. Ogni tribuna era dotata, come per i prati della Rivazza e della Tosa. È logico che la conformazione del circuito e del terreno non ci permette di avvivare ovunque, ma credo che un bel 95% fosse coperto”.

Tornando alla possibilità di avere la capienza al 100%, che momento è stato quando è stato dato l’okay dal governo?

“È stato fondamentale. Purtroppo noi abbiamo vissuto una situazione piuttosto complicata prima con la firma del contratto datata al 7 di marzo che ha di fatto ritardato l’uscita della vendita dei biglietti per via dell’incertezza della disputa dell’evento (non sarebbe stato corretto altrimenti). E poi c’è il fatto che abbiamo aperto prima al 75% e solo dal primo di aprile al 100%. Motivo per cui all’inizio i biglietti sono andati via molto velocemente, ed in tal senso c’è da dire che c’è stata un po’ di mala informazione con la notizia di un sold out generale, quando in realtà solo alcune tribune erano già piene”.

Questo procedere per step come vi ha permesso di lavorare? C’è stata l’ottica di procedere pensando alla possibilità di accogliere il pieno pubblico?

“Abbiamo sempre pansato che saremmo arrivati al 100%. Il problema è che abbiamo dovuto fare una programmazione a step adeguandoci man mano ai diversi decreti legge. Purtroppo tutti abbiamo dovuto vivere dei periodo particolari dove abbiamo dovuto fare dei sacrifici; per ciò l’abbiamo vissuta con molta ansia ma poi alla fine siamo arrivati a raggiungere il nostro obiettivo”.

Il ritorno di Imola in Formula 1 si è avvalso anche dell’aiuto di Stefano Domenicali?

“Stefano è un imolese, un italiano ma anche un professionista che ha vissuto la realtà dell’autodromo fin da giovane. Poi è diventata un grande manager in Ferrari vivendo la Formula 1 da protagonista, e dopo l’esperienza in Lamborghini si è ritrovato a capo di Liberty Media. Penso però che in ciò la sua nazionalità lo metta un po’ in difficoltà perché noi come italiani siamo un po’ particolari, ci aspettiamo un aiuto però lui, come deve essere, è un uomo che guarda giustamente agli interessi della propria azienda”.

E come si è mosso l’autodromo per arrivare ad un contratto che leghi la Formula 1 ad Imola fino al 2025?

“Devo dire che Imola ha avuto il merito di mantenere sempre un circuito omologato per la Formula 1, dimostrando di aver fatto un lavoro eccellente dando merito a chi ricopriva il mio ruolo prima di me. Noi come italiani abbiamo tanti difetti, ma abbiamo il pregio di saper lavorare di squadra quando dobbiamo. E direi che questo è un modello vincente dove ognuno ha fatto la sua parte sia in termini economici che d’impegno. Sono stati coinvolti più strati, da quello nazionale, a quello regionale fino a quello comunale. Certo se guardiamo all’investimento per i soli tre giorni del Gran Premio non ne vale la pena; ma va considerato in prospettiva tutto l’indotto che produce un evento del genere ed allora…”

Proprio su quel che è il riflesso di un Gran Premio che come ricordato da lei è intitolato al “Made in Italy e all’Emilia Romagna” vorrei sapere che bilancio fa.

“Abbiamo fatto un conto di una ricaduta di circa 250 milioni di euro, circoscritti da cosa la Formula 1 ha risvegliato intorno all’autodromo di Imola ed alla Motor Valley di cui facciamo parte. La richiesta di visite è aumentata, un visitatore può andare a vedere le grandi realtà di Maranello, di Misano, della Ducati e della Dallara, per citarne alcuni. Con la Formula 1 tutto ciò diventa più semplice, ma non è prima non ci fosse questo tipo di movimento. Lo scopo è farsi conoscere ancora di più agli appassionati; e creare un indotto che valga per tutto l’anno e che porti a scoprire il nostro territorio sotto tanti aspetti (gastronomici, culturali, etc)”.

Non tendendo conto degli Stati Uniti, l’Italia è unico paese che può vantare due appuntamenti in calendario (dove si alternando paesi carichi di una cultura per il motorsport ad altri dove l’obiettivo è invece portarla) È una cosa che ci deve rendere orgogliosi, lei che ne pensa?

“La Formula 1 ha fatto un passo in avanti dal punto di vista dello spettacolo, e di tutto quello che c’è intorno a un Gran Premio. Se si pensa agli Stati Uniti è vero che dal 2023 ci saranno tre gare, però alla fine ogni stato organizza la propria [ndr. Texas per quello ad Austin, Florida per quello a Miami e Nevada per quella che ci sarà Las Vegas]. Quello che porta avanti Liberty Media è un mix fra circuiti spettacoli come quelli cittadini, arabi e storici. Una strategia di comunicazione che ha aumentato la visibilità. Per quel che ci concerne è un grande riconoscimento al motorsport italiano ed all’importante lavoro portato avanti dall’ACI”.

Published by
Silvia Quaresima