Credit: Ferrari Press Area
Nella giornata di ieri, la Scuderia Ferrari ha diffuso la notizia di aver rinnovato il contratto di Charles Leclerc, che continuerà la sua avventura in rosso fino al 2024. Il pilota monegasco ha ampiamente meritato questa estensione contrattuale, avendo conquistato, alla sua prima stagione con il team italiano, ben sette pole position e due vittorie. Il 22enne, però, deve anche ringraziare il suo manager Nicolas Todt, determinante nel guidare la sua carriera.
Il procuratore francese, figlio dell’ex team principal Ferrari e attuale presidente FIA Jean Todt, ha gestito le carriere, tra gli altri, di Felipe Massa, Pastor Maldonando e Daniil Kvyat, ed è il co-fondatore della ART Grand Prix. Nicolas si è preso cura degli interessi di Leclerc sin dai suoi primi passi nei kart, quando intervenne per finanziarlo in una situazione di grande crisi.
“Firmai Charles a 14 anni. Avrebbe dovuto smettere di correre con i kart perchè aveva finito i soldi, ma decisi di aiutarlo”, ha rivelato durante un’intervista. “Qualche anno fa l’ho presentato alla Ferrari e oggi guida per loro. Nessuno può dire che sia arrivato a Maranello per caso, è lì perchè abbiamo lavorato duramente. Lui è il mio orgoglio più grande“.
Il caso Leclerc sottolinea ancora il ruolo fondamentale dei manager, che necessitano di identificare i giovani talenti affinché gli investimenti delle squadre, in tempo e denaro, possano ripagare. La compagnia di Todt, chiamata All Road Management, controlla regolarmente le categorie junior e attualmente ha molti giovani promettenti tra i suoi ranghi.
“Adoro trovare i piloti del futuro e aiutarli a realizzare i loro sogni“. La compagnia fondata nel 2003, infatti, non si limita a gestire le carriere da dietro le quinte, ma finanzia direttamente i piloti sotto contratto. “Sono l’unico manager che fa in questo modo, è la mia specialità. E’ facile dire: ‘devi fare questo, devi fare quello’. Fintanto che non si tratta dei tuoi soldi, allora puoi dare consigli. Ma quello che faccio è completamente diverso, se credo in qualcuno, investo“.
“Certo, cerco anche di trovare sponsor che mi aiutino, ma se non ne trovo, sono io che devo investire. L’ho fatto con Jules Bianchi e l’ho fatto con Charles. Lo faccio con i piloti che reputo speciali“.
Spesso, però, le prestazioni dei talentuosi baby driver non sono sempre all’altezza delle aspettative. “Si può anche fare un errore. Ho davvero bisogno di essere il più sicuro possibile sulle mie scelte, ma non sempre si prendono buone decisioni. In termini matematici, è impossibile”.
“Pensiamo alla Red Bull. In passato avevano 15 piloti nella loro academy. Di quei 15, forse solo due o tre sono oggi in Formula 1. Lungo la strada prendi decisioni sbagliate. Io non posso permettermi di avere così tanti piloti con me perchè non ho il budget. Prendo un pilota o due e spero che la mia scelta si riveli giusta”.