Credits: Formula 1 website
Non c’è pace per la Formula 1; l’elenco dei problemi causati dal coronavirus continua a estendersi inesorabilmente. Ai problemi finanziari legati alla stagione che non ha ancora preso il via, ai nuovi regolamenti rinviati, al calendario ancora tutto da definire e alle questioni sul budget cap, si aggiungono le vicissitudini sul Patto della Concordia. I presidente della F1, Chase Carey, ha tuttavia ammesso che i negoziati sono passati in secondo piano e che potrebbero non essere completati in tempo per il 2021.
Il Patto della Concordia è una delle regole fondamentali del Circus, che stabilisce la distribuzione del redditto tra i team partecipanti, la FIA e Liberty Media. L’attuale contratto è stato firmato nel 2013 e scade a fine anno. I dirigenti del campionato hanno già parlato a lungo con le varie scuderie sui punti fondamentali su cui si dovrà basare il nuovo accordo, ma un accordo non è ancora stato firmato. Ora, con la crisi causata dal Covid-19, i negoziati sono passati sullo sfondo; la priorità è far sopravvivere la F1 e renderla economicamente redditizia in futuro.
Non avere ancora firmato il Patto della Concordia non è un dramma. Ricordiamo che nel 2008, nel 2009 e all’inizio del 2013 il campionato ha già corso senza alcun accordo tra le parti. “Stavamo finendo il nuovo Patto della Concordia quando il Covid-19 ha cambiato tutto. Abbiamo deciso di mettere l’accordo da parte e dare priorità ai problemi relativi al 2020“, ha dichiarato Carey a The Race.
“Quando avremo definito il calendario 2020 e avremo finito con la modifica delle normative, ci dedicheremo a concludere il Patto della Concordia“. D’altronde, completare il patto senza aver gettato le basi sul risolvere l’attuale crisi finanziaria è impossibile. Prima di poter distribuire il redditto tra le parti, bisognerà capire quali entrate ci saranno e come si definirà la situazione.