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Interviste

Motorsport al femminile: F1world incontra Amna Al Qubaisi

Per la rubrica Motorsport al femminile, F1world ha incotrato Amna Al Qubaisi: un modello a cui ispirarsi

F1world ha deciso di dedicare uno spazio ai volti femminili del Motorsport. Dalla collaborazione con Multiformula è nata la rubrica “Motorsport al femminile”, che mira a raccontare le storie di alcune donne che hanno trasformato in lavoro la loro passione. Una settimana fa, le nostre colleghe ci hanno fatto conoscere meglio la pilota Jamie Chadwick. Oggi è invece il turno di un’altra giovane pilota: si tratta di Amna Al Qubaisi, prima pilota araba.

Si è avvicinata a questo sport a 14 anni, quando ha iniziato la sua carriera correndo sui kart. La passione l’ha eredita dal papà Khaled Al Qubaisi, pilota che ha fatto la storia diventando il primo arabo a competere alla 24 Ore di Le Mans conquistando due podi. Numerosi sono anche i riconoscimenti che ha ottenuto Amna. E’ la prima donna araba ad aver partecipato alla Rotac Max Challenge (RMC) World Finals, ad aver vinto il campionato della UAE RMC e ad esser stata selezionata dal ATCUAE per rappresentare il suo Paese al GCC Young Academy Programme, che è riuscita a vincere.

Ha poi partecipato al campionato X30 Euro Series Wackersdof con la sorella più piccola Hamda e a quello italiano. La sua carriera ha fatto poi un grande passo in avanti, quando nel 2018, è arrivata a competere nel campionato italiano di Formula 4. Amna si è unita alla Prema, storico team italiano. Il 16 dicembre 2018 ha presso parte a una sessione di test per la Formula E. L’evento si è svolto sul circuito cittadino di Diriyah, in Arabia Saudita, ha guidato per l’Envision Virgin Racing motorizzata Audi.

Per l’appuntamento con la rubrica Motorsport al femminile, la nostra redattrice Maria Sole Caporro ha incontrato Amna Al Qubaisi per farci conoscere meglio il suo mondo.

L’INIZIO DELLA SUA PASSIONE E QUELLO CHE SI ASPETTA DAL FUTURO

“Probabilmente è una domanda che ti fanno in molti, ma come è iniziata la tua passione per il Motorsport? Immagino che tuo papà abbia rivestito un ruolo importante”

“Mio papà era un pilota nel 2009, quando avevo solo nove anni. Grazie a lui ho inizato a nutrire un interesse per il Motorsport, perchè lui garaggiava sempre e noi lo seguivamo per supportarlo. Da lì, ho iniziato a correre con i kart all’età di 14 anni e ci sono rimasta per 7 anni. Dopo ho inizato a correre in alcune serie”.

“Noi siamo una testata Italia e sappiamo che hai lavorato in passato con la Prema, com’è stata la tua esperienza con loro?”

“Sono molto amorevoli, determinati e appassionati. Si vede chiaramente che ci mettono il cuore nel lavoro che svolgono. Sono una famiglia, sono tutti amichevoli e felici di far parte del team. Nella Prema ho visto tutte queste cose”

“Probabilmente è  il modo di fare di noi italiani”

“Sì, sono d’accordo”

“Dove ti vedi tra 5 anni?”

“Non penso molto al futuro, ma spero starò gareggiando ancora. In cinque anni mi vedo lavorare nel mio business. Al momento sto lavorando ad un progetto, quindi spero che in quel lasso di tempo si realizzi”

“Al momento la tua carriera si basa solo sul Motorsport o anche su qualcos’altro?”

“Adesso per via del budget è molto difficile restare nel Motorsport. Ho sempre un piano B, a cui sto dando priorità. Se il Motrosport dovesse chiamare io sarò molto più che felice di tornare”

IL MOTORSPORT AL FEMMINILE RACCONTATO DA AMNA AL QUBAISI

“La FIA sta lavorando ad alcuni progetti per facilitare l’accesso delle donne nel mondo del Motorsport. Cosa ne pensi del lavoro che stanno svolgendo?”

“Credo sia davvero buono. La nuova generazione sta si concentrando sulle donne, cercando di creare nuove opportunità per loro. Quindi credo sia un grande passo in avanti“.

“Pensi sia possibile un domani arrivare ad avere una parità numerica tra uomini e donne nelle Massime Serie?”
“Penso che sia possibile al 100%. E’ successo molte volte, è capitato un paio di volte che delle donne hanno conquistato il podio in altre categorie. Noi abbiamo le stesse opportunità che hanno loro. Con la pratica e l’esercizio penso che potremmo essere migliori di loro”.

“Credo questo sia l’obbiettivo che tutti sperano venga raggiunto, ma è davvero difficile da immaginare perchè al momento non tutti riescono a pensare che le donne possano essere brave nel Motorsport e nella guida. Ti senti parte della storia del Motorsport?”

“Sento che con le mie origini arabe ho creato delle occasioni per altre donne, diventando un modello non solo nel Motorsport, ma in generale perchè possono far parte di qualsiasi cosa e fare anche meglio. Sento di aver dato qualcosa al Motorsport”.

IL SEGRETO È DIVERTIRSI E NON ASCOLTARE GLI ALTRI

“Sei la prima pilota araba e sei fonte d’ispirazione per molte altre ragazze, come gestisci questa situazione?”

“All’inizio non sentivo nulla, ma quando poi mi sono resa conto di esser diventata una fonte d’ispirazione e un modello ho sentito molta pressione. Sentivo di dover provare a me stessa di saper fare bene. Ed è molto difficile perchè non ho un budget alto per permettermi dei test. Ho sempre iniziato i campionati alla cieca. Ho sempre avuto molta pressione“.

“E ora come va?”

“Ora è più semplice, cerco di evitare i commenti che fanno su di me”.

“Hai mai avuto esperienza di qualche critica mossa solo perchè sei donna?”

Sì, mi è capitato, anche sui social media. Le persone parlano sempre di quello che fai, non importa cosa tu davvero faccia. Per questo motivo, ho deciso di non prestare attenzione“.

“Cosa suggeriresti alle ragazze che vorrebbero perseguire una carriera come pilote o in generale all’interno del Motorsport?”

“Direi loro di andare avanti, di non aver paura di quello che la gente dice. Direi loro di cogliere tutte le occasioni possibili, di non avere rimpianti e di divertirsi. Una aspetto importante di questo sport è quello di divertirsi e goderserlo. La pratica rende perfetti. E’ un viaggio molto bello e avventuroso”.

“Com’è stato il tuo viaggio?”

“Il mio viaggio è stato eccitante, specialmente quello per cercare di gareggiare in Europa. Sai, incontri nuovi piloti, incontri il team, spesso si passa da un team all’altro e loro diventano una seconda casa e una seconda famiglia”.

 

Published by
Chiara De Bastiani