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L’ex presidente FIA e co-fondatore di March Engineering, Max Mosley presenta un documentario sulla sua vita
Mosley è un documentario sulla vita dell’ex presidente e dirigente sportivo che racconta, attraverso le immagini, la sua vita. Il film sarà presentato in anteprima mondiale al Manchester Film Festival con una proiezione nel pomeriggio dell’8 marzo. Non mancano le polemiche, i rapporti personali tra Mosley e suo padre Oswald – leader dell’Unione Britannica dei Fascisti negli anni della guerra mondiale – il caso di News of the World del 2008, in cui lo vide coinvolto in uno scandalo a luci rosse che lo portò a dare le dimissioni nel 2009 come presidente della FIA.
Il produttore esecutivo è Paul Crowder. Ha partecipato ad acclamati documentari sui Beatles, gli Who, Luciano Pavarotti e la squadra di calcio del New York Cosmos. Micheal Shevloff arriva da una precedente esperienza con il Prof.re Sid Watkins dove affrontano il tema sicurezza e di come sia cambiato il mondo del motorsport.
IL DOCUMENTARIO E’ STATO PRODOTTO DA MICHEAL SHEVLOFF, AUTORE DEL FILM “LIFE AT THE LIMIT” DEL 2013
Oltre a Max Mosley, nel film appaiono anche Bernie Ecclestone, Jean Todt, Flavio Briatore, Gerhard Berger e il defunto Robin Herd co-fondatore della March-Engineering e amico del dirigente inglese.
È una storia molto interessante che in pochi conoscono. Durante lo sviluppo del film, si è gradualmente ampliato e si è trasformato in qualcosa di più. Max Mosley è famoso per la sua vita da presidente FIA, ma in pochi sanno che fu un pilota negli anni sessanta a bordo di una Brabham di Frank Williams.
L’intervista di Bernie Ecclestone è un passaggio interessante, perché entrano nel merito di chi c’era nella sua vita e di come Frank Williams, Ken Tyrrell che, con l’ex patron di Formula 1 fondarono la FOCA nel 1974.
IL MATRIMONIO DEI SUOI GENITORI E LA PRESENZA DEI FASCISTI
Qualcuno si è chiesto se nel documentario è presente il matrimonio dei suoi genitori con Hitler come ospite. La risposta è sì, e questo probabilmente lo rende più interessante per i terzi.
“Ci sono uno o due elementi che, se fossi io il responsabile, taglierei. Ma poi ne toglierebbe tutto il senso, deve essere indipendente”. Inoltre Mosley spiega che, a parte le storie personali, c’è molto materiale nel documentario per attirare l’attenzione degli appassionati di corse
“Per un appassionato di sport motoristici è interessante, perché ha tante immagini storiche. Alcune fasi della mia vita le avevo dimenticate, altre non le avevo mai viste. C’è molto materiale per un documentario che può durare un’ora e mezza. È un po’ come il mio libro; ho scritto il libro e poi ne ho tagliato via 20.000 parole, perché era troppo lungo”.
Ranucci Andrea