Credit: Red Bull Racing Press Area
Creare una società tutta sua per fare da ponte tra Honda e Red Bull: questo l’obiettivo di Masashi Yamamoto, intenzionato a lasciare la casa giapponese, dopo la decisione della scuderia del Sol Levante di abbandonare la Formula 1 alla fine della passata stagione.
Dato che il team austriaco avrebbe desiderato mantenere i rapporti con il giapponese, le parti hanno raggiunto un accordo, secondo cui Honda avrebbe fornito i motori a Red Bull anche per la stagione 2022.
Ora, il nuovo ruolo di Yamamoto nel team austriaco è ufficiale: nelle vesti di consulente, il costruttore sarà in comunicazione costante con il nuovo reparto Red Bull Powertrains, destinato a sostituire Honda a fine 2022, quando terminerà la partnership nella costruzione dei motori austriaci.
Di recente, Helmut Marko, capo del programma piloti della scuderia di Milton Keynes, avrebbe rivelato che Honda avrebbe continuato la fornitura dei propulsori fino al 2025 – così da consentire al reparto Powertrains di concentrarsi sulla nuova generazione di power unit, prevista nel 2026 – notizia, tuttavia, non confermata dal team giapponese.
Di certo, la vittoria mondiale di Max Verstappen ha scombinato i programmi e le idee di Yamamoto, il quale, alla domanda sul perché volesse lasciare Honda, ha risposto: “L’ho deciso a marzo dello scorso anno. Nel 2016, quando sono stato nominato direttore degli sport motoristici, il mio obiettivo era vincere il campionato Super GT, ci sono riuscito nel 2018 (con Naoki Yamamoto e Jenson Button). Per i successivi tre anni, mi sono dedicato alla Formula 1. Fin dall’inizio, ho pensato che questo lavoro fosse il culmine della mia carriera in Honda e che potessi sfruttare al meglio tutto ciò che avevo appreso”. La Red Bull ha deciso di presentare la sua monoposto (RB-18), rilanciando la sfida a Mercedes, mercoledì 9 febbraio.
Salomoni Andrea