Luca di Montezemolo, l’ultimo signore dell’italianità

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Luca di Montezemolo, per tutti è l’uomo della rinascita Ferrari, ma la sua vita è andata oltre il Cavallino Rampante. È uno dei simboli dell’italianità nel mondo, parola della quale, da un po’ di tempo, se ne fa un uso e un abuso. Tornato a Maranello nel 1991 per ricoprire il ruolo di Presidente, dopo la prima esperienza negli anni 70’ al fianco di Enzo Ferrari come direttore sportivo, il bolognese si porta a casa 8 titoli piloti (1975-1977-2000-2001-2002-2003-2004-2007) e 11 costruttori (1975-1976-1977-1999-2000-2001-2002-2003-2004-2007-2008). Montezemolo se ne va da vincente con la sua liquidazione da 27 milioni di euro «a fronte anche dell’impegno dell’Avv. di non svolgere attività in concorrenza con il Gruppo Fiat sino al marzo 2017».

Luca di Montezemolo, classe 1947, è figlio di Massimo Cordero di Montezemolo e Clotilde Neri. La famiglia, di origini piemontesi e per anni al servizio dei Savoia, lo manda a studiare al liceo Massimiliano Massimo di Roma. Si laurea in Giurisprudenza all’Università degli studi di Roma La Sapienza nel 1971 e successivamente frequenta alcuni corsi di Diritto Internazionale alla Columbia University di New York. Nonostante l’attività forense lo porti a unirsi allo studio legale Chiomenti di Roma, la passione per il mondo dei motori è troppo forte per non cederle. Nel 1969 inizia a correre in pista prima di cimentarsi nei Rally con Pino Ceccato e Cristiano Rattazzi, nipote di Gianni Agnelli. Non sfigura e viene chiamato da Cesare Fiorio in Lancia per correre da pilota ufficiale insieme a Daniele Audetto. Nel 1973 entra in Ferrari come assistente di Enzo Ferrari e mostra subito tutto il suo talento, portando Niki Lauda in Rosso e regalando alla blasonata scuderia italiana nuovi successi, dopo annate a secco di vittorie. Chiude la sua prima esperienza in Rosso con tre mondiali Costruttori (’75, ’76, ’77) e due Piloti con Lauda (’75, ’77).

Lascia la Ferrari nel 1977 e diventa responsabile delle relazioni esterne alla FIAT, esperienza alla quale seguirà il ruolo di Amministratore Delegato della Itedi, holding che controlla il quotidiano La Stampa e le altre attività del Gruppo automobilistico torinese. A metà anni Ottanta si butta ancora una volta nel mondo dello sport, ma non a motore: nel biennio 1984-1986 è AD del Cinzano, svolge il ruolo di responsabile dell’organizzazione della partecipazione all’America’s Cup dell’imbarcazione Azzurra. Con l’avvicinarsi dei Mondiali di Calcio, che si terranno in Italia nel 1990, Montezemolo viene nominato direttore generale del comitato organizzatore della Coppa del Mondo di Calcio Italia ’90 mentre a mondiali terminati, assume la carica di vicepresidente esecutivo della Juventus. Nel 1991 torna a Maranello, nel ruolo di Presidente e di Amministratore Delegato. Ingaggia Jean Todt e, sotto la guida del francese, la Ferrari, dopo 21 anni senza mondiali, nel 2000 torna a vincere il Campionato di Formula 1 con Michael Schumacher. Successi a ripetizione dal 2001 al 2004 e poi nel 2007, con Kimi Raikkonen però. L’ultimo titolo che ha conquistato è datato 2008, quando la Rossa vince per la sedicesima volta il Mondiale Costruttori.

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Fondatore della società Nuovo Trasporto Viaggiatori e, dall’ottobre 2012, vicepresidente della Unicredit, è stato presidente di Confindustria dal 25 maggio 2004 al 13 marzo del 2008. Ma nella sua lunga carriera da manager non sono state tutte rose e fiori: dopo la fallimentare avventura alla Juve, viene messo alla guida di Rcs Video. A causa di un investimento sbagliato nella società di produzione Carolco, crea un buco da diverse centinaia di miliardi che convincerà la Rizzoli ad abbandonare il settore. Nel 2011 viene accusato di aver fatto pressioni al direttore generale della Rai, Mauro Masi, attraverso il giornalista Luigi Bisignani per trasmettere in video una fiction prodotta proprio da Edwige Fenech, ex di Montezemolo, che nel 2010 ha fatto assumere a Maranello, Renato Bisignani, attuale capo dell’ufficio stampa del Cavallino Rampante e figlio di quel Luigi Bisignani, finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta P4. Una nomina spiccia, che potrebbe essere letta come uno scambio di favori.

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E proprio come la vita professionale, anche sul piano personale la vita di Montezemolo racconta di quattro donne al suo fianco. Dopo essere stato marito di Sandra Monteleoni, dalla quale ha avuto il primogenito Matteo, frequenta prima Barbara Parodi Delfino, madre di Clementina, nata il 5 marzo 1981, e poi l’attrice Edwige Fenech. Si risposa, nel 2000, con l’attuale moglie Ludovica Andreoni, dalla quale avrà tre figli: Guia, Maria e Lupo.  Luca Cordero di Montezemolo, dopo 23 anni di Presidenza, il prossimo 13 ottobre lascerà l’impero che ha creato a Maranello. Lascerà la Rossa da vincente, indimenticabile nel cuore degli appassionati, per la seconda volta, definitiva.