Credits: Ferrari social media
Charles Leclerc, subito dopo aver visto l’incidente di Romain Grosjean in Bahrain attraverso i suoi specchietti retrovisori, ha pensato al peggio. Molto probabilmente il monegasco porta sempre con sé i ricordi di Jules Bianchi e Anthoine Hubert, grandi amici del numero 16 della Ferrari, che hanno entrambi perso la vita dopo un brutto incidente in pista. Al monegasco, come ad altri piloti, l’attesa di una buona notizia è sembrata eterna.
“Ho visto l’incidente nei miei specchietti retrovisori e ho subito capito che era stato molto grave e mi sono subito preoccupato”, ha ammesso Leclerc in un’intervista alla BBC. Mentre raggiungeva la corsia dei box, Leclerc non ha smesso di inviare messaggi via radio, molto preoccupato per ciò a cui aveva assistito. Infatti, ha chiesto più volte al suo ingegnere di vedere se fossero arrivati aggiornamenti sullo stato di salute del pilota francese.
“Sarò onesto, non avevo molte speranze dopo quello che ho visto negli specchietti retrovisori. La mia preoccupazione era estrema nei messaggi radio sulla pista verso la pit-lane. I minuti mi sono sembrati ore”, ha confessato il pilota della Ferrari.
La buona notizia è arrivata dopo diversi interminabili minuti. Nonostante ciò, Leclerc era incredulo. “Purtroppo non ci sono state notizie fino a quando non siamo tornati in pit-lane e siamo scesi dall’auto. Lì abbiamo scoperto che si era salvato. Non potevo crederci, soprattutto dopo aver attraversato la curva 9, dove ho visto le fiamme e il fuoco”, ha riconosciuto il pilota monegasco.
Tuttavia, quando è arrivato il momento di rimettersi in carreggiata, il monegasco si è concentrato sulla gara cercando di non pensare più a quanto era appena successo. Vedere il francese raggiungere l’ambulanza è stato di grande aiuto per Leclerc. Inoltre, il pilota della Ferrari ha contattato Grosjean dopo l’incidente per ben due volte. “Gli ho mandato due messaggi . Il primo non credo che l’abbia visto perché probabilmente ha ricevuto migliaia di messaggi. Al secondo, invece, ha risposto perché non aveva più le bende sulle dita”.