Credits: Pirelli Press Area
Dall’acquisto del gruppo Formula 1 nel 2017, Liberty Media ha apportato gran pochi cambiamenti nella classe regina del motorsport. Tra questi i più significativi sono stati l’eliminazione delle grid girls e la modifica, poi revocata, dell’orario di inizio delle gare, posticipato di 10 minuti. Dopo 4 anni, però, sembra che la compagnia americana abbia perso interesse nel proprio “giocattolo multimilionario” e che sia intenzionata a vendere i diritti commerciali della Formula 1 all’Arabia Saudita, secondo il quotidiano svizzero Blick.
Già a partire dalla stagione corrente, la Formula 1 potrebbe concludere l’annata con una tripletta di Gran Premi nel Medio Oriente. Già noti i due in Arabia Saudita e ad Abu Dhabi, a questi potrebbe aggiungersi il GP in Qatar per rimpiazzare l’annullamento di quello in terra Australiana. Se aggiungiamo poi anche la gara di apertura in Bahrein, e i test svoltisi sullo stesso circuito, ecco che il Medio Oriente si dimostra essere una presenza importante all’interno del Circus. Inoltre, anche il prossimo anno il tracciato di Sakhir ospiterà i test in condivisione con Barcellona.
Se la Formula 1 dovesse davvero finire nelle mani dei sauditi, vi si creerebbero forti polemiche legate ai diritti umani nel paese arabo. Il regno è già stato accusato di “sportswashing”, fenomeno per il quale vengono utilizzati gli eventi sportivi per migliorare l’immagine del paese. L’acquisizione del Circus non farebbe altro che peggiorare la situazione. Inoltre, lo spettacolo si sposterebbe sempre più verso la regione asiatica. Ciò potrebbe privare il vecchio continente di eventi importanti. Un esempio viene dato dal GP di Germania che non viene già più disputato né al Nurburgring né ad Hockenheim. Sarebbe un‘allontanamento dal cuore e dalle radici di questo sport, nato e sviluppatosi in Europa.