La Williams fa 40: Frank Williams, per la passione che ci mette è l’uomo più vicino ad Enzo Ferrari

40 anni Williams

© Williams F1 press area

Il Team Williams ancora esiste per la ragione che è tutto ciò che conta per Frank Williams. La F1, il Team e correre” ci spiega Claire, Team Principal e figlia del sig. Williams. Ne sa qualcosa lei, che è nata un anno prima che F. Williams fondasse il Team che ne porta appunto il nome e che quest’anno festeggia il suo 40esimo anniversario. McLaren e Ferrari hanno corso più a lungo, ma nessuno ha mai gestito così a lungo un Team di Formula 1 come F. Williams fa – è la determinazione ossessiva, che la figlia conosce bene, e che ha colpito entrambi.

I primi di Giugno, 35.000 fan erano presenti a Silverstone per partecipare alla celebrazione di questi 40 anni, con una carrellata di alcune delle vetture che sono diventate parte della storia della Formula 1. Uno spettacolo visibile come al Gran Premio d’Inghilterra con la Celebre FW14B “Red5” con cui Nigel Mansell dominò la stagione del 1992. Sono tempi magri per il Team ultimamente ma qui hanno tutte le ragioni per essere soddisfatti delle loro conquiste. F. Williams ha guidato il Team verso Nove Titoli Costruttori e Sette Titoli Piloti e il tutto è stato scritto in un solo capitolo del MotorSport.

La sua Prima Organizzazione, la Williams Racing Cars, dopo sette anni a lottare, riparte poi nel 1977 sotto il nome di Williams Grand Prix Engeneering. Si riporta un’esperienza fatta di sacrificio e stenti, come viene raccontato dal fantastico documentario Williams, appena distribuito. E’ la Storia di un business gestito (anche) usando la linea di una cabina telefonica per mancanza del telefono di casa. Ed è verità. Come lo è la morte della moglie Virginia, scomparsa nel 2013, che, pur non essendo al cuore dell’organizzazione insistette perché arrivasse Nigel Mansell alle corse sollevando così le sorti del Team.

“Se non fosse stato per mia madre il Team Williams non esisterebbe perchè è stata lei la maggiore
sostenitrice di papà per tanti anni. Non che mio padre fosse uno sprovveduto, il suo obiettivo sono sempre state le corse, chiedergli di uscire a comprare pesce e patatine fritte significava per lui procurarsi iniettori di combustione. C’è chi per una tale fermezza di propositi ostenta ammirazione” ha dichiarato Claire Williams. 

Nigel Roebuck, (autore del Documentario) riporta una conversazione con Ken Tyrrell del 1974: “Tante persone non prendono Frank sul serio, ma sono convinto che si sbagliano. Non c’è nessuno in questo Paddock che cerca il successo di più di lui e se mai dovessi incontrare uno come lui finanziariamente organizzato, ne starei alla larga“. Un Williams cosi dettagliatamente preparato, più il suo co-fondatore Patrick Head, partner perfetto, specifico e formidabile designer, dimostrano quanto basta per non essere sottovalutati. Nel 1979 Alan Jones vinse alcune gare più un titolo iridato l’anno successivo.

Claire Williams ammette che la dedizione del padre al Team è stata anche ripagata da un certo distacco emotivo, e riflette con le sue percezioni, cio che è il Sig. Frank Williams, dicendo: “Molte persone vedono in lui un padre e anche l’espressione impassibile del Boss del Team“. Quando ho incontrato gente che mi ha chiesto: “Come vedi realmente questo Frank Williams? Sembrerebbe una vera canaglia”. Io ho risposto: “Beh, è mio padre. E’ sempre il Frank, concentrato nel fare il suo lavoro. Può di fatto apparire anche crudele, specialmente con i piloti, che dopo tutto, sono stipendiati“. Il Williams Grand Prix Engeneering e i punti che abbiamo guadagnato sono quanto più mi interessa. Non mi importa cosa si vede al di fuori.

Damon Hill è stato fatto da parte sommariamente dopo aver comunque vinto un titolo nel 1996, ciò nonostante, in gran parte, chi è stato collegato al Team Williams e lui compreso, ha ancora ammirazione per Frank. “Lui ha solo un obiettivo e tutta la sua vita l’ha spesa a formare il proprio Team, e tutti gli anni punta a creare la miglior macchina da corsaQuesta è la cosa che più ama ed è la sua passione e in questo senso è la persona esistente più vicina a uno come Enzo Ferrari. Enzo è stato passione e macchine da corsa. E Frank ha passione per il suo team e le sue macchine quanto lui” ha così affermato Damon Hill.

La propria fermezza di propositi è resa evidente non solo per come dopo l’incidente del 1986 in Francia (che lo lasciò paralizzato dal collo in giù) ebbe la forza di tornare a guidare il suo Team, ma anche per come ha tenuto duro durante la riabilitazione. All’Ospedale di Marsiglia dove era ricoverato, era stato chiesto il permesso di spegnere le macchine che lo tenevano in vita. Virginia si rifiutò. Sei settimane più tardi apparve in carrozzina nei garage a Brands Hatch per il Gran Premio d’Inghilterra, dove ricevette una standing ovation.

A riguardo Nigel Mansell ha affermato: “Il Team stesso è il più grande riconoscimento che il sig. Williams può chiedere, grazie al lavoro che hanno creato insieme. L’approfondimento che ebbero in fase organizzativa quando accadde l’incidente fu terribile, noi tutti eravamo convinti che il Team sarebbe arrivato al collasso – invece fece il Team compatto diventando più forte di prima”.

Nelson Piquet vinse la prima gara dopo quell’incidente, fu l’episodio di apertura di stagione che portò il Team Williams a guadagnarsi il Titolo Costruttori quell’anno. E’ stato un successo costruito sulla catastrofe, da Frank in persona, proprio come avrebbero fatto dopo la
tragica morte di Ayrton Senna avvenuta nel 1994. Nella Fabbrica a Grove (Oxfordshire) lui e Patrick hanno forgiato una notevole organizzazione.

“Questo è sostanziale amore per le corse e proviene tutto da Patrick e Frank”, dice Paddy Lowe, Direttore Tecnico in carica alla sua seconda fase con la Williams dopo la prima, iniziata e conclusa con il Titolo Mondiale vinto da Mansell nel 1992. “Ci sono davvero tanti ingegneri che cominciano qui la loro carriera, nel segno dello sport, e che qui assimilano lo spirito delle corse, attraverso Frank Williams, Patrick Head, Ross Brown, io stesso e Adrian Newey. Frank è ossessionato dalle corse e accetta tutto ciò che comporta vincere. E’ così che il Team va avanti da 40 anni“, ha così concluso Lowe.

Claire puntualizza quale rammarico ogni giorno ha il padre per questo incidente, ma senza dubbio non c’è altro da rimarcare in merito. “Sono sempre stato come un ragazzino, affascinato dalle corse, ecco perché ora sono su una sedia a rotelle” dice F. Williams. Fare un passo indietro dall’organizzazione non è mai stata un’opzione possibile ed ha sempre difeso il suo posto fedelmente anche nei momenti di difficoltà. L’ultimo Titolo Costruttori è stato vinto nel 1997, l’ultima vittoria con Pastor Maldonado a Barcellona nel 2012.

Claire Williams ha concluso dicendo: “Ha 74 anni e non vuole saperne di abbandonare la Formula 1. Credo che se si potesse mettere la Formula 1 nel caffè certo lo farebbe, è proprio il tipo“. Lo stesso Frank Williams definisce il suo Team come la cosa ha sempre desiderato fare.
Siete o non siete gelosi di cosa faccio? Gareggiare in un Gran Premio? E’ un privilegio”, Frank Williams ha così concluso con gli occhi che gli brillavano.

[Federico Battista]