Credits: @ZBrownCEO (Twitter)
Dal 2017 in Formula 1 sono presenti ben 10 team diversi, ma, nel bene e nel male, non per forza separati. Molti sono legati tra di loro da accordi di sponsorizzazione, fornitura di motori o reclutamento di giovani piloti. Tutto ciò va a favore dei team “ufficiali” e scapito degli altri che spesso si vedono privati della loro indipendenza, specie quando c’è da riunirsi intorno ad un tavolo ed approvare o meno eventuali cambiamenti.
Proprio per questo Zak Brown, CEO di McLaren team cliente della Mercedes, ha scritto una lettera aperta ai piani alti del circus per far si che le votazioni su modifiche regolamentari e non solo possano essere a scheda chiusa. Finchè si discutono tematiche inerenti alle power unit è anche giusto che i team clienti si associno ai loro fornitori.
La faccenda cambia quando invece le discussioni vertono su altre aree. In quel caso il sostegno quasi forzato dei piccoli team nei confronti dei loro fornitori diventa controverso. Non è difficile individuare le varie fazioni. La Ferrari conta dalla sua parte Haas e Alfa Romeo. La Mercedes ha l’appoggio di Aston Martin e Williams, poco di McLaren, con cui il legame è solo di fornitura dei motori. Poi c’è l’area Honda costituita da Red Bull e Alpha Tauri ed infine l’Alpine che guardacaso è in cerca di partner.
E’ lampante come alcuni team in sede di votazione possano contare su sostegni sicuri, mentre altri no. Come spiega Zak Brown la cosa diventa paradossale in alcune circostanze. “Quando stavamo cercando di ridurre il limite di budget cap alcuni team, che già ora spendono anche meno del limite a cui volevamo arrivare, supportavano un limite di budget maggiore, il che non ha assolutamente senso”.
“Posso dire che succede spesso che le squadre votino contro ciò che è nel loro interesse. Spesso mi capita di chiedere ‘Tu cosa voterai?’ e sentire ‘Non ho scelta devo votare in questo modo’. Non credo che l’introduzione dei voti segreti risolverà tutti i problemi, ma penso che dobbiamo iniziare a fare qualcosa su queste affiliazioni”.
Brown afferma che spingerà per le votazioni segrete appena potrà: “Sicuramente apprezzeremo questo sistema andando avanti. Penso che le squadre abbiano il diritto di chiedere un voto segreto”. L’americano ha poi parlato anche della quota di maggioranza necessaria per l’attuazione di un’eventuale riforma, che al momento è pari a otto team su dieci.
“Vorrei anche che il voto della maggioranza passasse da otto a sette, perché alcune persone hanno l’appoggio di tre squadre. Quindi mi piacerebbe vedere la soglia abbassata un po’, in modo che non si possa avere una singola entità che influenzi il voto”.
Zak Brown poi ha focalizzato l’attenzione su altri due punti: la collaborazione tecnica fra team e la scelta dei rappresentanti degli stessi team nelle sedi che contano. Sul primo Brown si è detto favorevole alla vendita di parti meccaniche, come cambi e sospensioni ai team minori, ma assolutamente contrario alla condivisione della galleria del vento tra team affiliati. Poi ha criticato il fatto che nelle riunioni tra scuderie spesso siano presenti ingegneri ovviamente con scarse competenze di marketing che a suo dire è il settore su cui investire e su cui quindi servirebbero conoscenze.
In soldoni, il buon Zak Brown, pare intenzionato a mettere in atto una sorta di rivoluzione politica tra introduzione del voto segreto, collaborazione tra team, soglia di maggioranza nelle votazioni e marketing. L’impressione è che non sarà facile…