Credits: Pirelli Press Area
Futuro ancora incerto per quanto riguarda l’accordo sui motori, con l’introduzione delle nuove norme prevista per il 2025. Secondo quanto riporta Auto Motor und Sport, ci sarebbe infatti un divario tra il pensiero dei diversi costruttori. In particolare gli schieramenti sarebbero due: Mercedes e Alpine da una parte, Ferrari e Red Bull dall’altra. L’obiettivo è quello di trovare un accordo entro il GP d’Italia. Infatti il tempo sta per scadere e la FIA potrebbe pensare di prendere una decisione per conto proprio.
Il parere dei campioni in carica, concordi con Alpine, sarebbe quello di mantenere un motore a sei cilindri. Il direttore esecutivo della scuderia transalpina, Budkowski, infatti, afferma che “se abbiamo carburante a emissioni zero, non abbiamo bisogno di un motore a quattro cilindri”. Questo porterebbe anche ad un risparmio sulla progettazione del motore. “Significherebbe modifiche massicce all’auto, più peso e più costi” continua. Horner la pensa diversamente e sostiene come un motore a quattro cilindri sarebbe più economico da realizzare, mentre la Ferrari si dichiara semplicemente aperta a un nuovo inizio.
Un grande problema potrebbe arrivare con il possibile approdo in Formula 1 di Porsche o Audi, rappresentanti del Gruppo Volkswagen. I CEO dei due costruttori hanno preso parte all’incontro in Austria insieme alla FIA. Da parte loro l’idea sarebbe quella di ripartire da zero per essere alla pari con gli altri costruttori. Idea che non piace ad Alpine, che afferma come ciò rappresenterebbe una penalizzazione per coloro che si trovano da più tempo all’interno dell’ambiente del Circus.
Il tempo sta però, come già detto, per finire: il patto della concordia scade infatti a fine 2025 e, sebbene si stia pensando a un prolungamento, la FIA ha la possibilità di prendere decisioni per conto proprio per quanto riguarda l’anno seguente. L’unico cavillo su cui non ci sono dubbi riguarda il carburante sostenibile e la componente elettrica. Sembra dunque indispensabile raggiungere un accordo prima di metà settembre per evitare che la Federazione stabilisca un regolamento senza che i costruttori siano concordi con esso.
Carlotta Ramaciotti