Credit: @kvyatofficial, Twitter
Per proseguire la sua carriera nella massima serie automobilistica, Daniil Kvyat avrebbe dovuto rinunciare a correre coi colori del proprio Paese. Niente bandiera, inno, scritte sulle tute e marchi che facciano diretto riferimento alla nazione di appartenenza per i piloti russi e bielorussi, impegnati in Formula 1 e nelle competizioni FIA. E avrebbe dovuto firmare un documento in cui si accettano tutte le eventuali sanzioni future.
Una situazione inaccettabile agli occhi del 28enne che si è rifiutato di “denunciare la Russia“ per continuare a essere presente in Formula 1. A dichiararlo è stato Viktor Kiryanov, Presidente della federazione automobilistica russa e membro del FIA World Motor Sport Council dal 2009.
Non potendo proseguire la sua attività nella massima serie automobilistica, Daniil Kvyat ha cercato fortuna altrove. Il pilota russo, proprio lo scorso fine settimana, ha debuttato nella categoria di corse automobilistiche più importante d’America, la Nascar.
Non è stato un inizio particolarmente positivo per il russo. Il 28enne ha corso con il team Hezeberg e non è mai riuscito a entrare veramente in gara. Qualificato in diciottesima fila, si è ritirato a metà corsa chiudendo in trentaseiesima posizione. Nonostante la poca competitività, Kvyat non si è risparmiato dal levarsi qualche sassolino dalle scarpe.
“La Nascar ha dimostrato di essere un grande esempio di sportività – ha raccontato Kvyat – È stato molto bello avere una possibilità in questa categoria. Gli sport sono per tutti“, ha aggiunto, riferendosi chiaramente al modo in cui molti piloti russi e bielorussi sono stati espulsi dalle loro Federazioni a causa dello scoppio della guerra.
Kiryanov non ha lesinato plausi a piloti tipo Kvyat e Roman Rusinov che si sono rifiutati di firmare il documento di denuncia nei confronti dello Stato russo e hanno preferito dedicarsi a competizioni in altri ambienti.
“Quando la FIA ha chiesto loro di firmare un documento in cui i piloti avrebbero dovuto rigettare il proprio Paese, hanno rifiutato di aderire – ha raccontato all’agenzia di stampa Tass – Sia Kvyat sia Rusinov avrebbero dovuto competere nel campionato di resistenza“, ha concluso.