Arte, tecnologia, design. Parole alle quali deve aver pensato anche Jan Kaplichy, l’architetto ceco che ha realizzato la struttura è che è venuto a mancare poco prima dell’apertura della Casa Museo, due anni fa: «Rivoluzione, è la parola giusta per il museo inaugurato nel 2012 che oggi è gestito direttamente dall’azienda di Maranello dopo che nel primo anno e mezzo la gestione ha in parte zoppicato – ha sottolineato Antonio Ghini a la Gazzetta di Modena – Il primo anno hanno avuto 65 mila visite, ma il limite oltre il quale si inizia a guadagnare è circa 140 mila visite. L’obiettivo è superare quota 100 mila visitatori il primo anno. Il mio sogno è fare di questo museo una vera eccellenza di Modena». Un’eccellenza come S. Agostino, le collezioni Panini e le acetaie attraverso una speciale sinergia con la sede di Maranello. Perché le due città sono collegate dalla storia: a Modena la vita dell’uomo che l’ha creata e le auto da sogno che oggi si trovano a Maranello, simbolo del presente e del futuro come realtà di un passato di successi tra auto da serie e massima categoria dell’automobilismo sportivo.