Credits: Formula1 Official Site
Un appuntamento immancabile da sempre, quello al nostro Gran Premio di casa in quel di Monza. Il secondo con l’eccitantissimo format della sprint qualifying che ci ha tenuto incollati alla TV per tutta la sua mezz’ora mentre guardavamo Bottas giocare ad acchiapparella con Verstappen. Cosa, però, ha caratterizzato la vera gara? Ovviamente dalla partenza super sprint di Ricciardo che già era arrivato in Russia, pronto per la prossima data, e la danza dell’amore-odio nel parco di Monza tra Hamilton e Verstappen.
Cominciamo da ciò che è successo sabato, quando Marcel Jacobs ha fatto il suo famoso scatto di fronte alla griglia di partenza. Tuttavia è riuscito a fare meglio di Giovinazzi il giorno dopo, quando terminerà la sua impresa poco dopo la partenza. Agli italiani non è andata bene questo weekend, anche guardando le prestazioni Ferrari. Nel mentre che Charles rincorreva la Mercedes di Bottas nella mente di molti italiani risuonava l’attuale tormentone romano “nun mollà Charles, nun mollà”. Tuttavia con quel motore avrebbe solamente potuto riprendere Jacobs, forse.
L’unico “italiano” riuscito nell’impresa è ovviamente Daniel Ricciardo che ha dimostrato più forza di Elisabetta II e ha tenuto testa al suo regno vincendo la gara. Questo si può dire che sia il terzo anno consecutivo che un’eredità italiana sale sul trono di Monza, ovviamente oltre allo spumante Ferrari, dignitosamente rovinato con il famoso “shoey” dell’australiano.
Catullo recitava “ti odio e ti amo, perchè questo accade, io non lo so”. A distanza di millenni Catullo e Lesbia sono impersonati da Lewis e Max, che con un rapporto di amore e odio non possono stare lontani l’uno dall’altro. Domenica Verstappen non riusciva letteralmente a stare lontano da Hamilton e ha deciso di finirgli addosso dopo un incontro ravvicinato con i salsiciotti gialli. Nelle dichiarazioni post gara l’olandese dichiara “in classifica o a letto, l’importante è che lewis stia sotto a me”.