Credits: Aston Martin Twitter
All’inizio quello del porpoising sembrava un problema circoscritto soltanto alla Mercedes, che ne soffre fin dai test prestagionali. Adesso lo scenario è diverso. Il week-end di Baku ha accentuato una situazione che preoccupa un po’ tutti, tanto che piloti di scuderie diverse hanno chiesto a gran voce l’intervento della Federazione.
“Dobbiamo trovare una soluzione, non penso che potremo passare quattro anni in questo modo. Ad un certo punto ci sarà il botto, e qualcuno rischierà di farsi molto male. Ecco, non bisogna aspettare che arrivi quel momento per intervenire.”, ha dichiarato Sebastian Vettel. Un pensiero autorevole, e non solo perchè a parlare è uno dei piloti più vincenti ed esperti di tutto il Circus. Il nativo di Heppenheim è infatti uno dei tre direttori della GPDA insieme a Wurz e Russell.
“E’ la prima volta che soffriamo di porpoising in questa stagione. La sensazione è davvero brutta, sono ancora parecchio scosso, e adesso capisco molto bene anche tutti gli altri piloti. La mia testa ha passato tutta la gara a rimbalzare come un pallone di basket. Non è una cosa normale avere vibrazioni con questa frequenza, a lungo andare potrebbe crearci dei problemi alla colonna vertebrale, e ha fatto bene George a parlarne. Bisogna trovare il modo di risolvere questa situazione”, ha invece detto Daniel Ricciardo, che ha solidarizzato con i colleghi dopo aver patito per la prima volta gli effetti legati a questi continui saltellamenti.
A dimostrare che non si tratta di una sceneggiata creata ad arte da Mercedes (come ha alluso Christian Horner) per risolvere i problemi strutturali della W13 arrivano anche le dichiarazioni di due avversari del team di Brackley. A chiedere interventi tempestivi sono arrivati anche Pierre Gasly (pilota a libro paga della Red Bull) e Carlos Sainz della Ferrari.
“Come piloti abbiamo l’esigenza che la FIA agisca, e in fretta. Non abbiamo bisogno di una equipe medica, ma solo di qualcosa di più intelligente sulle sospensioni o sul modo in cui le auto vengono messe in pista. A nessuno conviene avere 20 piloti che al termine della gara sono paralizzati dal dolore. La nostra ha salute ha un valore concreto, anche perchè qualcuno prima o poi potrebbe perdere la concentrazione e rischiare moltissimo. E’ necessario un intervento”, ha detto lo spagnolo
“Sono stato costretto a fare fisioterapia prima e dopo ogni sessione proprio perchè la mia spina dorsale comincia ad avere dei problemi. Non sentiamo l’effetto delle sospensioni, e tutte le vibrazioni finiscono sulla colonna vertebrale. Noi stiamo cercando di fare il massimo, svolgendo il nostro lavoro con professionalità. Ma la FIA non dovrebbe metterci nella condizione di scegliere tra la salute e la performance. La FIA deve trovare qualche soluzione, o altrimenti ci troveremo tutti col bastone già a 30 anni”, ha concluso il transalpino dell’AlphaTauri.