Credit: Red Bull Press Area
Ancora una volta Ferrari e Binotto si trovano sotto la lente di ingrandimento per sospetti sulla legalità dei motori. La FIA ha emesso il verdetto sabato, in risposta alle richieste di Red Bull su una manovra teorica del flusso di carburante, che consentirebbe al motore una maggiore spinta e più potenza in determinate condizioni. L’inchiesta del team austriaco – il cui esito si sapeva in anticipo – era destinata a costringere la FIA a chiarire la legalità di un sistema complesso.
La squadra di Milton Keynes sospetta che, un’altra squadra, possa aver raggirato il regolamento per ottenere vantaggio nello sviluppo prestazionale dei propulsori. Non c’è dubbio sul fatto che l’iniziativa della Red Bull fosse riferita alla Ferrari, perché il motore che guadagna velocità in rettilineo continua a lasciare basita la concorrenza che vuol capire da dove deriva questo grande divario tecnico e motoristico. Il Team Principal Mattia Binotto, con orgoglio, dice che tali sospetti sono alquanto vergognosi.
In parole povere, Helmut Marko nella sua indagine con la FIA, chiede spiegazioni su un aumento del flusso di carburante pur mantenendo i punti di misurazione del flusso entro i requisiti di legge, utilizzando il rumore elettrico per interrompere gli impulsi di campionamento inviati dalle unità di misurazione del flusso di carburante. Nikolas Tombazis, ex Ferrari dal 1996 al 2003, attualmente responsabile tecnico della FIA, ha prevedibilmente respinto tale richiesta e, nella sua risposta alla domanda della Red Bull, fornisce alle squadre una direttiva tecnica che cita articoli dei regolamenti tecnici della Formula 1:
Il chiarimento della FIA non preclude ulteriori richieste di informazioni da parte dei team. Ma Mattia Binotto continua a sfidare tutti e incoraggia l’organo di governo del Circus a offrire la massima chiarezza possibile sulla legalità del motore Ferrari che lascia il segno e distacchi importanti.
E’ bene ricordare che Red Bull e Helmut Marko in passato furono messi sotto stretta osservazione da parte dei team e dalla FIA per possibili illegalità nelle vetture, i sospetti si fortificarono con Giancarlo Minardi quando spiegò alla FIA che la vettura austriaca di Sebastian Vettel in curva era più veloce di tutte le monoposto presenti in pista, ma non venne mai trovato nulla di sospetto.
Ranucci Andrea