Horner contro il gentil sesso: «Una donna pilota? Solo una trovata di marketing»
Donne e motori, gioie e dolori, dice un ben noto proverbio popolare. Nonostante ciò, le quote rosa hanno sempre fatto parte integrante del mondo dei motori svolgendo un ruolo fondamentale: se agli albori della categoria le signorine che si vedevano girare nei paddock erano per lo più, mogli, fidanzate o amiche dei piloti, soprattutto negli ultimi anni le donne in Formula 1 sono diventare una specie di pilastro per il Circus iridato. Non si sta parlando delle pit girls, meglio conosciuto come ombrelline, ma delle quote rose che prendono parte attivamente nella classe regina del Motorsport. Eppure nonostante questa fase di grande crescita, sembra ancora che non ci sia futuro per le donne pilota in Formula 1.
È vero, le esponenti del gentil sesso in grado di calarsi in un abitacolo latitano e negli ultimi anni, le uniche che si sono avvicinate a farlo sono state Maria de Villota, deceduta lo scorso mese di ottobre e Susie Wolff, moglie del numero uno in Mercedes ma registrata all’anagrafe come Stoddart, figlia di Paul Stoddart, proprietario della Minardi fino alla fine del 2005. Niente da fare, almeno per molto tempo. Questo è il pensiero di Christian Horner che ha recentemente dichiarato come per ora non ci sarebbe spazio in Formula 1 per una donna pilota: «La cosa migliore che potremmo fare, dal punto di vista del marketing, sarebbe quella di avere una pilota donna. Non voglio dire che non ci sarà, ma al momento non vedo nessuno che possa fare il grande salto».
E pensare che la Red Bull tra le mani una ragazza l’aveva. Nel programma riservato ai giovani piloti, fino alla fine del 2013 era presente anche la diciottenne olandese Beitske Visser. Ufficialmente, la ragazza ha deluso le aspetattive di Helmut Marko nella sua esperienza nella ADAC Formel Masters e per questo non è stata confermata per la prossima stagione.