Credits: Mercedes Press Area
Dopo l’esposizione della bandiera rossa a seguito del terribile incidente che ha coinvolto Guanyu Zhou nel GP di Gran Bretagna, un gruppo di protesta “Just Stop Oil” ha invaso la pista sedendosi sul rettilineo principale, tempismo fortunato per gli invasori poiché la gara è stata sospesa poco dopo tuttavia, in caso l’azione in pista non sarebbe stata interrotta ad oggi staremmo parlando di questo in maniera ben più grave.
Post gara Lewis Hamilton parlando dei manifestanti li ha elogiati, sostenendo come: “Adoro il fatto che le persone stiano combattendo per il pianeta. Abbiamo bisogno di più persone come loro”. Ma i suoi tifosi e non solo, hanno reagito negativamente a tali dichiarazioni, facendo notare come nel caso in cui la gara fosse proseguita i manifestanti non solo avrebbero rischiato la loro vita, ma anche quella dei piloti.
La Mercedes ha poi tentato di mettere una pezza sulle dichiarazioni rilasciate dal proprio pilota sostenendo: “Hamilton stava sostenendo il loro diritto di protestare, ma non il metodo che hanno scelto, che ha compromesso la loro sicurezza e quella degli altri”.
Dopo aver alzato quest’ulteriore polverone mediatico, il pilota con il numero 44 è tornato sui suoi passi, sostenendo: “Come abbiamo visto oggi, questo è uno sport molto pericoloso. Non ero a conoscenza delle proteste di oggi e mentre sosterrò sempre coloro che si battono per ciò in cui credono, deve essere fatto in sicurezza. Per favore, non saltare sui nostri circuiti di gara per protestare, non vogliamo metterti in pericolo”.
Oltre al terzo classificato, domenica anche il vincitore del Gran Premio Carlos Sainz ha condannato il modo di protestare, ammettendo: “Penso che le persone abbiano l’opportunità di parlare e fare manifestazioni dove vogliono perché è un diritto, ma non credo che saltare su una pista di F1 sia un buon modo per farlo perché metti a rischio te stesso e tutti i piloti, ha detto il pilota Ferrari”.
“Sostengo la causa e penso che la F1 stia già facendo un ottimo lavoro per cercare di raggiungere il carbon zero entro il 2030 e stiamo spingendo in quest’area, e stiamo spingendo la F1 e la FIA a trovare il modo di andare in questa direzione. Semplicemente non credo che saltare su una pista di F1 sia il modo giusto per manifestare se stessi e protestare. Devi stare un po’ più attento perché potresti rimanere ucciso e creare un incidente”.