Credit: Toro Rosso Press Area
Nella giornata di ieri la Wada (Agenzia mondiale anti-doping) ha emesso una pesante sentenza nei confronti della Russia per “aver più volte falsificato i dati dei controlli anti-doping dei suoi atleti”. Il comitato ha decretato l’esclusione della bandiera russa dalle Olimpiadi di Tokyo 2020 e da qualsiasi campionato mondiale per quattro anni. Formula 1 a rischio per il Gran Premio di Russia 2020?
Il divieto imposto dal Wada, infatti, impedisce alla nazione di ospitare eventi considerati di importanza internazionale. “La Russia non può ospitare, per un periodo di quattro anni, alcuna edizione dei maggiori eventi di rilievo mondiale”, si può leggere nella sentenza. Con le gare FIA etichettate in quel modo, sono state sollevate preoccupazioni sul Gran Premio di Sochi 2020, che dovrebbe svolgersi il 27 settembre.
I funzionari del circuito si sono detti fiduciosi, la prossima stagione, nonostante il divieto, la gara si terrà. A rendere così sicuri i promoter di Sochi c’è un’esenzione che può essere utilizzata dalla Russia per eventi già programmati in precedenza.
“Il contratto per lo svolgimento del round russo nel campionato di Formula 1 è stato firmato nel 2010, molto prima delle investigazioni della Wada, e avrà valore fino al 2025”, ha affermato un dirigente del gruppo ROSGONKI. “Siamo convinti, il GP di Russia di F1 si svolgerà regolarmente, nel 2020 e negli anni successivi. Invitiamo tutti a Sochi, le vendite dei biglietti sono in pieno svolgimento”.
Il decreto emesso dalla Wada colpirà fortemente tutti gli atleti russi, che non potranno difendere i colori della propria bandierà. Dunque, grossi problemi anche per Daniil Kvyat, pilota russo della Toro Rosso.
Il comitato anti-doping, però, non intende colpire gli atleti risultati “puliti” ai controlli, che potranno competere sotto “bandiera neutrale”. Nel caso specifico, Kvyat è sempre risultato negativo ai test anti-doping, effetuati dalla FIA prima e dopo ogni Gran Premio. La sua partecipazione al prossimo campionato di F1, quindi, è al sicuro, anche se dovrà correre sotto bandiera “neutra”.
Daniil è fortemente legato all’Italia, e non solo per il contratto con la scuderia di Faenza. Da giovane, il suo talento nei kart lo ha portato a trasferirsi nel Bel Paese e a innamorarsi del nostro tricolore. Kvyat, infatti, ha sempre sottolineato di sentirsi italiano, poiché l’Italia ha svolto un ruolo fondamentale nella sua vita. Che il pilota della Toro Rosso decida di correre sotto la nostra bandiera?