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A Monaco il quasi 90% delle vittorie arriva da chi parte dalla prima fila. Una statistica che dice molto di come vanno le gare nel Principato, dove d’altronde i momenti più concitati sono costituiti dal via e dalla sosta ai box. Domenica una di queste due variabili è venuta a mancare vista la partenza lanciata, e non da fermo, decisa dalla Direzione Gara. Ciononostante in Ferrari è stato commesso più di un errore che è costato a Charles Leclerc la tanta agognata vittoria a casa.
Ci sono delle cose che possono andare storte in una corsa cittadina in cui a farla da padrona all’inizio è la pioggia. Eppure in quel frangente complicato i due piloti non hanno sbagliato; tutto è andato a rotoli solo dopo per via di una chiara lettura sbagliata da parte del muretto. La Red Bull è stata più furba su questo non vi è alcun dubbio, ma la Rossa poteva e doveva giocare diversamente. E non è questa una circostanza da “col senno di poi”.
Nell’avvicinamento al momento di dover cambiare gli pneumatici Carlos Sainz ha avuto una lunga discussione con il suo ingegnere insistendo nel fare la sosta solo per montare le slick. Strategia che all’inizio pensavamo avrebbero adottato tutti i primi quattro. Tuttavia quando il messicano e l’olandese sono stati richiamati per montare le intermedie, gli uomini di Maranello hanno pensato di dover reagire con la stessa mossa.
Non occorreva inventarsi nulla di particolarmente complicato. Coprire immediatamente (soluzione a cui avevano pensato in principio) sarebbe stata la cosa più semplice, perché invece si è voluto aspettare due giri con Charles? In considerazione soprattutto del gap di performance fra una ormai usurata wet ed una intermedia nuova in temperatura in quelle determinate condizioni di pista.
A quel punto l’abbaglio è stato quello procedere con il pit stop del monegasco facendogli perdere la posizione su Perez. Un errore legato ad una inesatta interpretazione dei dati e degli intertempi segnati dalle monoposto. Ciò si evidenzia dal fatto che prima Marcos dice a Leclerc che sarà serrata con il messicano, per poi una volta usciti dalla San Devota riferirgli che il gap con la Red Bull davanti a lui è di oltre quattro secondi.
Se si fosse capito in tempo che ormai era troppo tardi per fermarlo, si poteva tentare di andare direttamente per le gomme da asciutto. È vero che per Sainz non è una soluzione che ha pagato (a detta di sua per colpa di Latifi), però al monegasco avrebbe quasi certamente portato risultati migliori dato quanto da lui costruito prima della sosta.
In molti avranno pensato che la frittata era fatta, ma almeno Verstappen in quel momento gli era ancora dietro (ricordando che nel mentre lo spagnolo era ancora fuori con la wet). La cantonata più grande si è vista appena un paio di tornate dopo quando la Ferrari ha richiamato ai box entrambi i suoi piloti per un pit stop doppio.
Una circostanza che ha portato Charles, a giochi fatti, a ritrovarsi alle spalle del compagno di squadra, ed a perdere la posizione anche a favore della Red Bull del campione del mondo. Diciamocelo, fermare il monegasco dopo un paio di giri senza dargli il tempo di guadagnare qualcosa con le intermedie aveva già sollevato dei dubbi. Giustificati ancora di più se con questa mossa male calcolata Leclerc ha dovuto anche “aspettare” che i meccanici cambiassero le mescole a Carlos; costringendolo alla fine a rientrare alle spalle di Max.
Che quando ormai era troppo tardi gli abbiano detto di stare fuori non fa che dimostrare la confusione che doveva regnare in quegli istanti. Al termine del Gran Premio nel team radio il monegasco non è riuscito a nascondere delusione e disappunto: “Non ho parole. La stagione è lunga (…), ma non possiamo fare questi errori. Non possiamo”.
Le ultime due gare dovevano fornire un gran bottino per le performance evidenziate. Per la Ferrari in Spagna è andata come è andata, ma a Monaco era importante cogliere punti ed invece è finita che è stata la RB18 del messicano a salire sul gradino più alto del podio. Ha ragione Leclerc quando dice in quel modo, anche perché in ottica campionato non ci si può proprio permettere di fare errori del genere.