© Haas F1 Team Twitter
Il GP di oggi in Gran Bretagna ci ha regalato un mix esplosivo di incidenti, errori e qualche lampo di classe come leggerete dalle nostre pagelle. Una gara che ha cambiato volto dopo appena un giro grazie a una safety car precoce e che ha visto protagonisti (nel bene e nel male) tutti, dai veterani ai rookie. Ecco le nostre pagelle, senza sconti.
Finalmente! Dopo 238 Gran Premi, arriva una prestazione perfetta e finalmente da protagonista. Preciso, lucido, pulito: non ha sbagliato nulla e si prende un meritatissimo 10 e lode. La pazienza è stata premiata.
Mossa da maestri.
Hanno letto la gara come nessun altro, sfruttando safety e caos per tirare fuori una strategia magistrale. Standing ovation al muretto.
Brillante.
Gran ritmo, ma rallentato da un pit stop lento che gli ha rovinato la strategia. Nonostante tutto, tiene la barca dritta e porta a casa un ottimo risultato. Il gap con Piastri resta ma si assottiglia.
Silenzioso e concreto.
Non fa rumore, ma porta punti pesanti con una gara solida e senza sbavature. Uno dei suoi weekend migliori.
Maestro di esperienza.
Gara intelligente e sempre nel posto giusto al momento giusto. Sa approfittare di ogni errore altrui.
Tra fuoripista e talento.
Partenza aggressiva, ma qualche errore insolito: una driftata spettacolare al giro 5, poi un testacoda al giro 21. Non è il solito Max, ma limita i danni.
La penalità pesa.
Buon passo,ma i 10 secondi di penalità per quell’improvvisa (e immotivata) frenata dietro safety ne offuscano il giudizio. Una gara che poteva valere molto di più e punti regalati a Lando.
Anonimo ma efficace.
Non si mette troppo in mostra, ma fa il suo. Un 7 che premia la costanza.
Weekend da dimenticare.
Tra errori e “misunderstanding” con il muretto per le mescole non riesce mai a entrare veramente in gara. Toto è perplesso quanto noi per la prestazione di oggi
Weekend tutto sbagliato.
Prova a motivare la squadra, ma in pista fa il contrario: errori a raffica e zero concretezza. 4 come voto di incoraggiamento.
Ultimo e penalizzato.
10 secondi di penalità, un passo da incubo e una voglia di complicarsi la vita notevole. In un weekend in cui una Sauber va sul podio, l’altra Red Bull non può essere il fanalino di coda.