Credits: Formula 1 Twitter
Seguendo il trend della stagione da Monza non ci si sarebbe aspettato nulla di più di un monologo firmato Mercedes. Eppure dopo giornate del genere si farebbe fatica a non ipotizzare l’esistenza di un dio del Motorsport. Tale divinità benevola avrebbe infatti deciso di mischiare le carte in tavola regalandoci così una perla da cineteca come non se ne vedeva da Hockenheim 2019. Quelle del GP d’Italia sono pagelle atipiche che riflettono appieno l’imprevedibilità degli eventi andati in scena sullo storico circuito italiano.
Gasly&Sainz Jr, 10. Piange l’uno, piange l’altro, ma i motivi son ben diversi. Quello finale e colmo di sportività è un abbraccio a due facce che pone fine a uno dei duelli più inaspettati e tesi della stagione finora, un testa a testa valevole della prima vittoria in carriera nella Massima Serie per entrambi. Uno solo può salire sul gradino più alto, ma qui, nelle pagelle, entrambi si trovano in cima. In una Monza priva di tifosi l’aria si è fatta ancora più silenziosa per come questi due ci hanno fatto restare con il fiato sospeso.
Stavolta è il francese ad arrivare puntuale all’appuntamento con la storia, regalando la prima vittoria alla neonata AlphaTauri. Con lui possono gioire anche gli appassionati italiani che sentono risuonare nuovamente sul podio l’inno del Bel Paese. Il ventiquattrenne di Rouen si trova al posto giusto nel momento giusto. Non si scompone durante la seconda partenza al semaforo e non commette errori mentre è inseguito dalla più performante MCL35. La dea bendata arride al francese: non subisce danni dopo il contatto con Albon e la bandiera rossa sventola per lui con un tempismo quasi perfetto. Dalla stessa bandiera Carlos Sainz Jr. potrebbe invece sentirsi derubato.
Un solidissimo weekend e una gara perfetta non bastano allo spagnolo che comunque ci mette cuore e testa. Sfrutta tutte le opportunità che gli sono concesse ma la corsa è troppo breve per le sue speranze e la bandiera a scacchi sventola con un giro d’anticipo. Che il madrileno fosse dotato di grande cattiveria agonistica era indubbio, ma la fredda ingordigia mostrata nei team radio fa ben sperare i supporters Ferrari. Tranquilo Hot Chili, la vittoria arriverà.
Raikkonen, 9. Il caso ci mette nuovamente lo zampino per far riaffiorare vecchi ricordi, eppure il finlandese ci ricorda che lì davanti ci sa stare. Paga scotto del mezzo e della mossa azzardata durante l’interruzione di gara, ma tiene botta per parecchi giri prima della capitolazione. Trovategli una macchina del tempo, perché di lui ancora non ci siamo stancati.
Hamilton, 7. Nella prima parte di gara si limita a recitare il solito copione. Macina giri veloci su giri veloci, si allontana da Sainz quanto basta e può pensare già al post gara. La sua buona stella però oggi non brilla, e così uno dei rari errori del muretto Mercedes lo vede retrocedere in ultima posizione. L’inglese non si dà per sconfitto e rientra di forza in zona punti.
L’addio al party mode mette in difficoltà entrambe le vetture di Brackley, ma l’inglese ci mette molto del suo e risale a cavallo mettendo una pezza alla caduta dalle stelle alle stalle. Per sua fortuna il risultato odierno intacca di poco il vantaggio in classifica sugli inseguitori, complice uno spento Bottas (si veda sotto) e il ritiro di un comunque anonimo Verstappen.
Stroll, 6,5. Chiude a podio con una prestazione senza infamia e senza lode, più per merito della strategia che per la sua guida. Surclassa il compagno di squadra, eppure quando è il momento di spingere rimane a fare da spettatore nel duello per la vittoria finale. Forse in fabbrica a Silverstone stanno ancora cercando di capire come si scelgano le mappature in tedesco, però il tempo scorre e se vuole lasciare un segno il giovane canadese deve darsi da fare.
Leclerc, 6,5. Che botto. Prima fa esultare i tifosi durante la ripartenza dalla Safety Car, poi li fa tremare con lo schianto in Parabolica a circa 240 km/h. E’ lui a causare la bandiera rossa, rendendo così la gara ancora più pazza. Ogni weekend il giovane monegasco ci mette del suo per provare a piazzare la sua SF1000 a punti, ma prima o poi lo scontro con la realtà dei fatti è inevitabile. Speriamo di rivederlo al più presto nelle posizioni che contano.
Norris, 5,5. Pagelle del GP d’Italia amare per il giovane talento inglese. Vede sfumare il secondo podio assoluto così come il compagno di squadra vede scomparire il primo successo in carriera. Prima dello stop l’inglese era il favorito per il terzo posto, ma nel caos della ripartenza viene superato da Stroll. Nonostante gli oltre venti giri a disposizione non riesce a ricucire sul canadese e deve così dire addio alle speranze di un piazzamento nei primi tre. Nel team radio post gara Lando non riesce a credere all’occasione mancata, ma il mezzo per creare da sé un po’ di fortuna c’era. Peccato, il sorpasso su Bottas a inizio gara aveva fatto ben sperare.
Bottas, 3. Decisamente non ci siamo. Per come si erano messi gli eventi per lui c’era tutto da guadagnare, eppure racimola i punti necessari per tornare secondo. Ennesima partenza disastrosa, vede chimere dove gli ingegneri non trovano nulla e finisce in balia degli eventi. La mappatura unica non lo aiuta, e seppure sia anche vero che anche Hamilton abbia riscontrato alcune difficoltà durante la rimonta per via di una monoposto più lepre che cacciatrice, come giustamente afferma Carlo Vanzini, in questi frangenti è la personalità a dover uscire fuori, e stavolta il numero 77 il carattere l’ha lasciato negli spogliatoi.
Vettel, 5,5. Giovinazzi, 6. Ricciardo, 6,5. Ocon, 7. Kvyat, 6,5. Latifi, 7. Russell, 5. Albon, 4,5. Perez, 4,5. Magnussen, 5. Grosjean, 6. Verstappen, 4,5.