Credits: Pirelli Press Area
L’incompiuto weekend australiano fa ancora parlare molto di sé. E non tanto per la costernazione nel vedere rinviato a data sconosciuta un tanto atteso inizio di campionato, quanto per la confusione, l’incertezza e la mancata tempestività di decisioni fondamentali rispetto alla salute e alla sicurezza di tutti i presenti sul circuito.
Più o meno tutti a oggi sappiamo come sono andate le cose e quali interessi abbiano gestito le sorti del personale coinvolto a Melbourne, ma con le recenti dichiarazioni del CEO del GP d’Australia abbiamo ulteriori chiarimenti sulla pazza giornata del venerdì di prove libere che, in poche ore, si è trasformata in una “tempesta perfetta”.
In un’intervista rilasciata al podcast Below the Bonnet, Andrew Westacott, CEO del GP in terra australiana, ha parlato della frustrazione e della confusione che si sono rapidamente diffuse tra tutti i fan presenti all’evento quando questo è stato prima messo in discussione, successivamente confermato e infine ufficialmente cancellato.
L’emergenza Coronavirus ha certamente destabilizzato il mondo intero, coinvolgendo anche lo sport. Con una situazione in continuo divenire, può rivelarsi complicato decidere giorno per giorno come affrontare le nuove difficoltà che si presentano sul cammino, soprattutto quando a essere coinvolti sono in centinaia di migliaia.
Questo è ciò che è accaduto nel passato weekend australiano e come lo ha descritto il CEO dell’evento: “Se aveste visto la situazione cinque giorni prima, avreste notato 86.000 persone che andavano a una partita di cricket al MCG” – ha raccontato Westacott – “Eravamo in dirittura d’arrivo (col GP d’Australia), e una settimana dopo le persone hanno avuto la possibilità di annullare eventi futuri“.
Westacott ha dunque sottolineato come il GP di Melbourne abbia un po’ funzionato da campo di prova per tutte le manifestazioni che poi hanno avuto tempo e modo di essere posticipate o annullate con largo anticipo: “Il tempismo è stato probabilmente la tempesta perfetta, ma è stato tutt’altro che perfetto per tutte le squadre, che si tratti di Supercars o TCR o dello staff dell’Australian Grand Prix Corporation; dei nostri sponsor e dei fan che erano fuori dal cancello quando venivano prese molte decisioni” – ha dichiarato il CEO.
Westacott ha voluto inoltre descrivere l’enorme lavorio dietro la difficile decisione di annullare definitivamente il GP prima che la notizia venisse diffusa ai media di tutto il mondo: “Abbiamo dovuto raccogliere informazioni e suggerimenti dal direttore sanitario principale, che fa parte del governo di Victoria sotto il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani. Questa particolare figura si serve di in una coorte di funzionari sanitari principali distribuiti in tutto il Paese” – ha proseguito il CEO.
Moltissime sono le persone coinvolte che hanno dovuto collaborare per arrivare a una soluzione ottimale e sicura: “È coinvolta la FIA. Sono coinvolte le squadre e la Formula 1. Anche il governo di Victoria lo è. Poi ci sono fusi orari che non sono sempre favorevoli per prendere delle decisioni quando si è tenuto l’evento giovedì. Ma le cose sono cambiate da un giorno all’altro. Ecco perché, purtroppo, i fan al gate hanno avvertito una certa frustrazione” – ha proseguito il CEO del GP d’Australia.
Diverse erano le possibilità prese in considerazione: “C’erano una serie di scenari diversi. Ci sono state considerazioni sul fatto che si andasse avanti senza la Formula 1 o se alla fine si seguissero tutti i suggerimenti. E noi, alla fine, questo abbiamo fatto” – ha sottolineato Westacott.
Come riporta motorsport.com, tutto è accaduto in brevissimo tempo, dal giorno alla notte. “Ma tutte queste cose sono state concentrate in un’ora o tre e sfortunatamente devi prendere una decisione definitiva prima di comunicarla alla gente. Abbiamo dovuto consigliare le cose giuste alle persone al momento giusto. È così che è andata” – ha voluto ribadire Westacott per concludere.