Ma anziché trarre conclusioni che saranno smentite durante l’arco del campionato, a questo punto del Mondiale è lecito invece fare un paragone con i primi 4 Gran Premi del 2013, che, salvo l’inversione in calendario di Bahrain e Cina, si sono svolti sui medesimi tracciati.
A questo proposito è interessante notare come Rosberg sia leader della classifica piloti con 79 punti, maturati in seguito a una vittoria e tre secondi posti, mentre Vettel nel 2013 primeggiava con 77 punti, con ben 2 vittorie, un terzo e un quarto posto. Un’ulteriore prova che il sistema di punteggio attuale premia i piazzamenti più che le vittorie. Nel caso piuttosto verosimile che questo Mondiale sia un affare tra i piloti Mercedes, tale metodo di punteggio è favorevole a un pilota come Rosberg, forse leggermente più lento ma più costante del compagno di team, Hamilton. Il Mondiale dunque è più aperto di quello che le ultime tre gare possano rivelare (3 successi su 3 di Lewis).
Se la forza della Mercedes è la grande novità delle prime 4 gare del 2014, Daniel Ricciardo è il primo pilota che pare mettere in seria difficoltà Vettel guidando la stessa monoposto. L’australiano, lo scorso anno al volante della Toro Rosso, fin’ora 3 volte su 4 è stato davanti al tedesco, sia nel piazzamento in corsa, sia in qualifica sia sul giro più veloce in gara. La comparazione schematica dei 4 piloti Red Bull e Mercedes è dunque questa (in corsivo il 2013):
Nico Rosberg: 79 (1°) – 14 (9°) – (+65 punti)
Lewis Hamilton: 75 (2°) – 50 (3°) – (+25 punti)
Mercedes: 154 (1°) – 64 (4°) – (+90 punti)
Sebastian Vettel: 33 (5°) – 77 (1°) – (-44 punti)
Daniel Ricciardo: 24 (6°) – 6 (13°) – (+18 punti)
Red Bull: 57 (2°) – 109 (1°) – (-52 punti)
In Cina si è rivista la Rossa. Primo podio stagionale di Fernando Alonso, su una pista dove lo scorso anno aveva però vinto.
Gli uomini di Maranello durante l’inverno erano rimasti abbastanza cauti, ma consapevoli di avere una vettura nata bene. Invece all’esordio i due campioni del mondo, Alonso e Kimi Raikkonen, si sono ritrovati un mezzo nettamente inferiore alla Mercedes, ma anche alla Red Bull, Mclaren, Williams e persino alla Force India. L’ennesima stagione iniziata col piede sbagliato ha portato alle dimissioni del direttore sportivo Stefano Domenicali, sostituito proprio in Cina da Marco Mattiacci. Questi i punti della Ferrari dopo le
Insomma, l’unica nota positiva di questa nuova stagione così ricca di stravolgimenti tecnici pare essere l’affidabilità: la Ferrari è l’unica scuderia che non si è mai ritirata in gara quest’anno. Kimi Raikkonen sembra invece allergico all’Italia. Nonostante abbia vinto il titolo nel lontano 2007, con la Ferrari il finlandese non esalta mai. Lo scorso anno era a un passo dal vertice della classifica con una modesta Lotus, e anche al tempo della Mclaren era continuamente protagonista di gare prodigiose.
Al termine di queste prime 4 corse il suo essere glaciale, che lo rende mitico quando le cose vanno bene, è risultato abbastanza scoraggiante se non irritante; le grandi classiche europee potrebbero ridargli il mordente, almeno per stare davanti per la prima volta in gara al compagno di squadra.
Fernando Alonso: 41 (3°) – 47 (4°) – (-6 punti)
Kimi Raikkonen: 11 (12°) – 67 (2°) – (-56 punti)
Ferrari: 52 (4°) – 77 (3°) – (-25 punti)
Francesco Bagini
formula.francesco@tiscali.it