Credits: Pirelli Press Area
La pandemia da coronavirus ha costretto FIA e Liberty Media a far slittare l’inizio del campionato 2020 di Formula 1. Ben otto sono i Gran Premi che hanno deciso di rinviare o annullare gli eventi programmati: Australia, Bahrain, Vietnam, Cina, Olanda, Spagna e Monaco. La stagione, salvo ulteriori imprevisti, prenderà il via con il GP di Canada, dove la direzione del circuito ha rassicurato i tifosi affermando che la gara si svolgerà nella data prevista, ovvero dal 12 al 14 giugno.
Il CEO del Gran Premio canadese, François Dumontier, deciderà un eventuale posticipo entro il primo maggio. Al momento, i biglietti sono ancora in vendita e l’organizzazione non sta studiando l’annullamento. “Da parte nostra, il team continua con i preparativi, anche se in smart working. Continuiamo a lavorare e vendere biglietti. Parliamo ogni due giorni con i leader di F1 e FIA per seguire l’evoluzione di ciò che sta succedendo con la situazione mondiale e canadese”.
“L’unica ragione per cui l’evento verrebbe annullato è se il circuito lo vorrà. Altrimenti, continueremo a seguire il programma designato per il 2020. Ovviamente vogliamo farlo nelle giuste condizioni per garantire la sicurezza dei piloti”. Dumontier ha anche analizzato la situazione generale, affermando che Monaco e Azerbaijan sono stati annullati poiché avevano bisogno di più tempo.
“Baku precede il Canada. Hanno preso la decisione di non iniziare con i preparativi e spendere soldi inutilmente perchè il loro GP si svolge direttamente per le strade della città. Il nostro set-up è più leggero rispetto a loro o a Monaco. Generalmente, iniziamo a prepararci a inizio aprile, ma ora ci prenderemo un po’ di tempo in più per seguire l’evoluzione della situazione“.
L’intenzione, dunque, è quella di correre, ma bisognerà fare i conti con le autorità locali. Il governo del Quebec ha annunciato la sospensione dei servizi non essenziali fino al 13 aprile. Se questo periodo di restrizione dovesse essere esteso, non ci sarebbe abbastanza tempo per prepararsi in maniera adeguata. “Se questa direttiva dovesse essere estesa, non avremmo più tempo. Un altro elemento da considerare è la chiusura dei confini. Non sappiamo quanto durerà, ma potrebbe incidere. Rispetteremo le istruzioni, la situazione cambia ogni ora”, ha concluso Dumontier.