Giancarlo Minardi: «Ungheria, gara spettacolare con tanti colpi di scena»

È stata una gara pazza, iniziata con la pista bagnata. Il Gran Premio di Ungheria ha lasciato con la bocca amara chi si aspettava l’ennesima cavalcata trionfale di Nico Rosberg e della sua Mercedes perché, si sa, la fortuna abbandona anche gli audaci. Che il tedesco si trovi in un momento d’oro della sua carriera, è visibile a tutti, ma è il vero campione quello che emerge anche nei momenti bui. Un Campione, si Lewis Hamilton che, alle prese con l’ennesima rimonta dal fondo, a suon di sorpassi e controsorpassi è riuscito ad arrivare sul podio, terzo a fine gara. «La gara è stata spettacolare per merito di tanti colpi di scena. Su tutti la variabilità del tempo: la pioggia ha abbondantemente bagnato la pista e costretto tutti i Team a partire con le Rain intermedie. Le due Safety car intervenute a seguito di incidenti. Le strategie diverse messe in campo dai team: in casa Mercedes scelte di strategie diverse per i due piloti, la strategia aggressiva e rischiosa in casa Ferrari, incomprensibili le scelte in Williams», ha sottolineato Giancarlo Minardi facendo il punto del GP di Ungheria.

L’appuntamento dell’Hungaroring è stato vinto da Daniel Ricciardo, che nel finale ha rimontato andando a superare con due sorpassi da manuale, sia Hamilton che Fernando Alonso, secondo e autore di un’autorevole gara che però non deve creare false speranze ai ferraristi. Proprio Minardi ha promosso a pieni voti sia l’australiano, sia lo spagnolo: «Grande Fernando, un fenomeno che ha saputo lottare e portare a termine 30 giri con le gomme soft nell’ultimo stint, ottenendo un risultato eccezionale per la squadra e dimostrando ancora una volta che è lui il numero uno; Daniel ha approfittato con un tempismo eccezionale del richiamo del muretto, entrando subito ai box non appena uscita la prima Safety car, potendo così sfruttare il fatto che le prime quattro vetture in testa erano già transitate davanti all’entrata box». E occhio a semplici nervosismi: «A Vettel solo la fortuna gli ha permesso di tagliare il traguardo, nonostante avesse toccato il muretto sul rettilineo dei box. Il muretto Mercedes, che, a mio parere, ha sbagliato le strategie e, comunque, ritardato troppo l’ultimo pit stop di Rosberg», ha concluso.